“Limitarsi alla ricerca di un sollievo congiunturale mediante l’aumento del disavanzo pubblico può rivelarsi poco efficace, addirittura controproducente qualora determini un peggioramento delle condizioni finanziarie e della fiducia delle famiglie e delle imprese”. È uno dei passaggi chiave della relazione annuale di Banca d’Italia – nella quale si parla anche del rapporto con l’Europa e della necessità di una riforma fiscale – illustrata dal governatore Ignazio Visco, che ha avvertito del “rischio di una ‘espansione restrittiva’”. Vale a dire il tentativo di fare ripartire la crescita con più deficit che diventa boomerang perché fa allargare lo spread con la conseguenza di un effetto depressivo sull’economia. “Saremmo stati più poveri senza l’Europa, lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario“, è l’ammonimento del numero uno di via Nazionale. Che tra le ricette per ridurre il divario con i partner Ue – anche nel decennio prima della crisi siamo cresciuti mediamente l’1% in meno – ha citato maggiori investimenti in innovazione e la “necessità di individuare e introdurre con decisione misure, servizi e incentivi per accrescere l’occupazione femminile“.
Emigrazione dei giovani quintuplicata in dieci anni – La partecipazione femminile al mercato del lavoro negli ultimi 20 anni “è aumentata, dal 47 al 56 per cento”, ha ricordato il governatore. “L’incremento è tuttavia inferiore a quello registrato nel resto dell’Unione europea e il tasso di attività degli uomini è ancora superiore di 19 punti a quello delle donne, uno dei divari più elevati in Europa. Esso indica la presenza di una grande potenzialità di aumento“. E anche l’immigrazione “può dare un contributo alla capacità produttiva del Paese, ma vanno affrontate le difficoltà che incontriamo nell’attirare lavoratori a elevata qualificazione così come nell’integrazione e nella formazione di chi proviene da altri paesi”. La quota di laureati tra gli stranieri, pari a quasi il 13 per cento, “è meno della metà di quella media registrata nell’Unione. La produttività e la capacità imprenditoriale risentono inoltre negativamente del progressivo aumento delle quote di giovani e di laureati che ogni anno lasciano l’Italia, riflesso dei ritardi strutturali dell’economia: l’emigrazione dei giovani ha raggiunto lo 0,5 per cento nel 2017, quintuplicandosi nell’arco di dieci anni; quella dei laureati, pari allo 0,4 per cento, è raddoppiata”.
Effetto boomerang se sale lo spread – “L’effetto espansivo di una manovra di bilancio può essere più che compensato da quello restrittivo legato all’aumento del costo dei finanziamenti per lo Stato e l’economia”, ha sottolineato Visco. La relazione arriva mentre lo spread sfonda quota 295, nella giornata in cui il governo deve rispondere alla lettera arrivata da Bruxelles per chiedere chiarimenti sul debito pubblico e in cui l’Istat ha rivisto al ribasso la crescita del pil nel primo trimestre.
Il settore bancario – Con effetti che potrebbero riverberarsi anche sulle banche italiane, che rischiano di essere colpite dalla recessione e dal ‘rischio Paese’ e, malgrado gli “sforzi importanti” compiuti sui crediti deteriorati e la redditività, sono “vulnerabili” al ritorno “di rischi macroeconomici”, afferma il governatore della Banca d’Italia secondo cui”sostenere la crescita e allentare le tensioni sui mercati è cruciale” per garantire la “piena funzionalità” delle banche. Il governatore rileva quindi come “anche se il rafforzamenti dei bilanci delle banche è proseguito gli effetti della crisi non sono ancora pienamente riassorbiti e rallentano la reazione degli intermediari ai profondi cambiamenti nella struttura di mercato, nelle abitudini della clientela, nella regolamentazione finanziaria, nella tecnologia”. Le “prospettive per le banche – aggiunge – rimangono strettamente legate all’andamento dell’economia e alla percezione del ‘rischio paese’ che si riverberano sulla qualità degli attivi e sul costo da sostenere per reperire risorse sui mercati”. Infatti “sviluppi congiunturali avversi tornerebbero inevitabilmente a incidere sui bilanci. Permane la necessità di proseguire con decisione le azioni volte a ridurre i costi e migliorare la redditività”.
“Errore accusare l’Ue del nostro disagio” – Quindi, nel giorno della risposta alla missiva di Bruxelles sui conti pubblici, Visco afferma: “Saremmo stati più poveri senza l’Europa, lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario”. Per il governatore “addossare all’Europa le colpe del nostro disagio è un errore” che “non porta alcun vantaggio e distrae dai problemi reali”. Quelli che “sono talvolta percepiti come costi dell’appartenenza all’euro sono in realtà – avverte Visco – il frutto del ritardo con cui il Paese ha reagito al cambiamento tecnologico e all’apertura dei mercati. Quasi tutti gli altri Paesi hanno fatto meglio di noi”. “Al completamento dell’Unione dobbiamo partecipare con responsabilità, in modo costruttivo e senza pregiudizi. Devono essere chiare le responsabilità da condividere, gli obiettivi da perseguire, gli strumenti da utilizzare”, aggiunge il governatore che, citando Elias Canetti e Ludwig Wittgenstein, mette in evidenza come “anche per chi risparmia, investe e produce, ‘le parole sono azioni’ e che ‘nell’oscurità le parole pesano il doppio’”. La “lungimiranza” di chi ha fondato l’Ue, raccomanda Visco, “deve tornare a guidare le azioni di oggi”. E l’Italia dovrebbe puntare di più sull’innovazione: la spesa per r&s del settore privato nel 2017 si è fermata allo 0,8% del pil, meno della metà di quella media dei Paesi Ocse.
La riforma fiscale – Le raccomandazioni di Bankitalia si allargano anche alle politiche economiche. Tra i bisogni del Paese, dice Visco, c’è “un’ampia riforma fiscale”: “Rivedendo solo alcune agevolazioni o modificando la struttura di una singola imposta si proseguirebbe in un processo di stratificazione. Bisogna invece interromperlo, per disegnare una struttura stabile che dia certezze a chi produce e consuma, investe e risparmia, con un intervento volto a premiare il lavoro e favorire l’attività di impresa”. Parole che piacciono al vicepremier Matteo Salvini, secondo il quale Banca d’Italia, con questo passaggio della relazione, “conferma la necessità di uno choc fiscale per far ripartire l’economia italiana. La flat tax è la prima riforma che governo e Parlamento dovranno discutere”.
Il reddito di cittadinanza – Visco è sembrato esprimere un giudizio anche sul reddito di cittadinanza, senza citarlo esplicitamente: “È necessario intervenire sui fattori alla base del ritardo del Sud, non ci si può solo affidare ai tentativi di compensarlo con trasferimenti monetari”. A suo avviso, “uno spazio più ampio andrebbe destinato più che a sussidi e trasferimenti ai programmi maggiormente in grado di stimolare l’attività economica”. Le “misure di sostegno” possono contribuire alla crescita dei territori in ritardo, conclude, ma “non devono però distorcere gli incentivi di imprese e lavoratori”.