"E’ stata proprio Pamela Prati a chiedermi di andare ospite dalla D’Urso, avrebbe gradito che fossi andato con le due agenti, la Michelazzo e la Perricciolo. Ho tenuto il gioco fino a quando ho avuto la prova in mano che fosse una farsa", ha rivelato l'avvocato
“Loro volevano che io andassi da Barbara D’Urso a testimoniare che Mark Caltagirone esisteva. Fu Pamela Prati a chiedermi questa cosa. Io ho detto di no, non sono caduto nella loro trappola. Sarei risultato una pedina della truffa complessiva“. A rivelarlo in un’intervista a Telelombardia è l’avvocato Carlo Taormina che, fino a qualche settimana fa, difendeva Pamela Prati nella complessa vicenda che vede coinvolta la showgirl sarda e le sue due ex manager Pamela Perricciolo e Eliana Michelazzo.
“E’ stata proprio Pamela Prati a chiedermi di andare ospite dalla D’Urso, avrebbe gradito che fossi andato con le due agenti, la Michelazzo e la Perricciolo. Ho tenuto il gioco fino a quando ho avuto la prova in mano che fosse una farsa. E cosi ho rimesso il mandato – ha spiegato Taormina -. Due tre mesi fa sono venute nel mio studio. La Prati capì subito che non si poteva scherzare. È arrivata con la sua agente. La Prati voleva dettare la linea difensiva. Intendeva dirmi come mi sarei dovuto comportare. A me è sembrata sempre molto lucida e determinata, impossibile prefigurare la circonvenzione di incapace. Pamela Prati ha sempre capito le cose come stavano, inizialmente era convinta di quello che stava facendo con le agenti, ma successivamente non lo so. Da una parte non mi convinceva più l’intesa tra le tre. Mi stavano prendendo in giro”.
“Se mi sono sentito preso in giro? No, assolutamente. Chiunque viene in studio da me prima di essere creduto passa da determinati approfondimenti. Questa è un’industria quella della creazione di matrimoni finti, con vantaggio mediatico ed economico – ha proseguito l’avvocato Taormina -. Qui almeno la cosa è scoppiata e se c’è un esposto finalmente si potrà sventare una possibile truffa. Io non sono stato mai invitato al matrimonio della Prati. Avevo anche chiesto a Pamela Prati di farmi chiamare da Mark Caltagirone e a questa domanda non c’era stata risposta, nemmeno a mia precisa richiesta mi è stata mostrata alcuna fotografia. La Prati non poteva non essere a conoscenza che si trattava di una situazione uguale a tante altre, compresa la vicenda della Miconi”.
“Quello che mi veniva riferito lo avevo ritenuto veritiero, poi ho riflettuto e ho detto a Pamela Prati che dietro poteva esserci una strumentalizzazione, le due agenti erano molto legate. Ho messo in guardia Pamela e le ho detto che se avesse avuto l’utilità dell’esclusiva del suo matrimonio, senza che il matrimonio esistesse realmente, sarebbe stata una truffa consumata”, ha concluso l’avvocato.