La Giamaica è una piccola isola caraibica (non raggiunge i tre milioni di abitanti). Eppure non solo è meta del turismo internazionale – tour operator italiani possiedono hotel e uffici – ma soprattutto punto strategico sotto il profilo investimenti di multinazionali e governi. Stati Uniti e Spagna possiedono quaggiù succursali di catene all-inclusive come IberoStar, Fiesta, Bahia Principe, Royalton, Holiday Inn, eccetera. La Cina ha costruito, e gestisce con pedaggi stellari, l’autostrada più lunga dei Caraibi, e la Campari ha comprato il 90% delle quote della distilleria Appleton, che produce il rum numero uno delle Indie Occidentali. La classe dirigente locale protegge il business lasciando briglia sciolta a polizia e security privata, che d’altra parte deve fronteggiare una criminalità agguerrita.
Nel 2010, Obama ordinò al governo giamaicano di arrestare Dudu Coke, un narcotrafficante che aveva riempito di cocaina gli States. Costui si rifugiò all’interno del suo feudo – il ghetto di Tivoli – dove era adorato come un dio, protetto dai suoi soldati, la gang di Shower Posse. Ai tentennamenti del premier di allora, compromesso con il boss, la segretaria della National security Usa Janet Napolitano rispose intimando all’esercito locale, spalleggiato da reparti speciali statunitensi, di entrare con la forza nel ghetto e arrestarlo. La fanteria del Don oppose una resistenza feroce, ammazzando una mezza dozzina di governativi, e fu la carneficina: i mortai dell’esercito cannoneggiarono per una settimana il quartiere, falciando senza distinzione membri della gang e civili; alla fine, si contarono 75 cadaveri, ma altri vennero occultati, e le cifre reali non si seppero mai. Ovviamente, nessuno pagò per gli eccessi: Dudu intanto se l’era già squagliata prima che i mortai parlassero, per essere poi arrestato a un posto di blocco.
Negli anni successivi, la violenza si radicalizzò: gli omicidi delle gang, tra rapine e faide interne, raggiunsero picchi oscillanti tra le 1500 e le 2mila vittime annue. La polizia dal canto suo, con esecuzioni a sangue freddo e passanti falciati per errore, viaggiava su una media di 300 omicidi. Gli agenti si accanivano sugli abitanti dei ghetti, considerandoli complici in blocco, e sui ladri di polli. Le alte sfere della criminalità raramente cadevano, potendo contare, così come succede in Brasile, su una solida rete di corruzione all’interno delle autorità, che consentiva loro di farla franca.
Marzo 2012 registrò il record di stragi firmate Jfc: 37 caduti, tutta gente ordinaria, nei ghetti di Denham Town e Cassava Piece: adolescenti, studentesse delle medie ammazzate davanti alla scuola, anziani che giocavano a domino, madri che tornavano dal lavoro.
La furia cieca degli agenti non risparmiò nessuno quegli anni, quasi mille vittime tra il 2011 e il 2013. L’odio in uniforme si sfogava anche sugli street people, i clochard. Uno di loro, insano di mente, fu ammazzato come un cane a Ocho Rios, davanti alla folla plaudente, e il video dell’esecuzione finì su YouTube. Un ragazzino di 14 anni si beccò due colpi, uno nell’inguine e l’altro in testa, che gli spappolò il cranio. Già nel 1999, la polizia si era distinta in imprese del genere: una notte a Montego Bay, le loro cellulari prelevarono dalle strade 80 barboni, scaricandoli in aperta campagna dentro un sito di rifiuti tossici della bauxite, per farli morire di fame. Un giornalista del Mirror, avvertito da una soffiata, salvò tutti.
Secondo Indecom, l’agenzia indipendente che indaga sui crimini polizieschi in Giamaica, le Forze speciali erano solite giustiziare i sospetti sul posto, sovente evitando l’arresto; la media locale di 300 police killings annui su una popolazione di meno di tre milioni, comparata a quella del Sudafrica che si aggira sulla stessa cifra – ma su 55 milioni di abitanti – è raccapricciante. Stesse cifre cine-brivido sul fronte opposto: a Montego Bay, che ha superato Kingston nella classifica, nel 2017 le bande hanno ucciso 255 persone, su un totale di 111mila abitanti, sorpassando la media pro capite di Rio, 6731 vittime (incluse quelle uccise dalla polizia) ma su 6.600.000 circa.