Botta e risposta tra il presidente della Camera e il vicepremier leghista. Così anche la parata dei Fori imperiali diventa palcoscenico per la polemica politica. Conte: "La Festa della Repubblica è la festa di tutti". Il capo del M5s: "Si è trovato il modo di fare polemica, è incredibile". Mattarella: "Il tema della inclusività che ha caratterizzato la manifestazione bene rappresenta i valori scolpiti nella nostra Carta costituzionale"
È la festa di tutti, l’appuntamento in cui si celebrano i valori fondativi della Repubblica, ma anche la parata del 2 giugno ai Fori imperiali diventa l’ennesimo palcoscenico per la polemica politica. In un contesto di forte tensione tra la Lega e il M5s una dichiarazione di Roberto Fico dà il via all’ennesimo scontro tra le due anime del governo gialloverde e provoca una frizione all’interno del Movimento 5 Stelle: Matteo Salvini lo attacca e Luigi Di Maio prende le distanze dal presidente della Camera.
“Oggi è la festa di tutti quelli che si trovano sul nostro territorio, è dedicata ai migranti, ai rom, ai sinti, che sono qui ed hanno gli stessi diritti“, ha detto il presidente della Camera parlando con i cronisti prima della parata, dedicata quest’anno al tema dell’inclusione. “La forza della Repubblica – ha aggiunto Fico – è quella di non fare differenze di sesso, razza o opinioni politiche. Sotto la bandiera italiana si ritrovano tutti”. “Non ci devono essere polemiche sterili e strumentali, oggi è la festa di tutti. Nel cielo sventola la bandiera della Repubblica, che significa libertà, democrazia e rispetto di tutte le persone che si trovano sul nostro territorio”, ha aggiunto Fico rispondendo a una domanda sulle polemiche nei confronti del ministro della Difesa Elisabetta Trenta.
Scontata, è arrivata la risposta del capo del Viminale: “Io dedico la Festa della Repubblica all’Italia e agli Italiani, alle nostre donne e uomini in divisa che, con coraggio e passione, difendono la sicurezza, l’onore e il futuro del nostro Paese e dei nostri figli”, ha scritto su Twitter il vicepremier e ministro dell’Interno. Che poi ha commentato di persona con i cronisti, alzando notevolmente i toni: “Oggi è la festa degli italiani, non dei migranti e dei rom come ha detto qualcun altro. Poi nei campi rom di legalità ce n’è poca quindi preferisco festeggiare gli italiani oggi”. Le parole di Fico l’hanno infastidita?, ha domandato un cronista: “Non hanno infastidito me – la risposta di Salvini – penso che sia stato un torto alle migliaia di ragazzi e ragazze che hanno sfilato. Qua c’è gente che rischia la vita per difendere l’Italia nel mondo e sentire il presidente della Camera che si tratta della festa dei migranti e dei rom a me fa girare le scatole“. E in serata, intervenendo a Non è L’Arena, ha rincarato ancora la dose: “Oggi ho avuto l’onore di veder sfilare per ore una delle parti più belle d’Italia. Non so con chi ce l’avesse il presidente della Camera, non è stata una mancanza di rispetto a Salvini ma a tutti gli Italiani che danno l’anima per la patria”.
Meno scontata è la netta presa di distanza Di Maio: “Oggi è la festa di tutti i cittadini italiani, soprattutto di quelli che hanno perso la pazienza, che aspettano risposte, che non ne possono più di parole ma che si aspettano fatti, fatti concreti! – ha detto il capo politico del M5s – Una festa che ci deve unire tutti. E io sto con gli uomini e le donne, civili e militari, che credono nell’Italia e nei suoi valori democratici. Invece anche il 2 Giugno si è trovato il modo di fare polemica, per di più davanti ai nostri soldati. È incredibile”. Poi la stoccata al compagno di partito: “Le parole di Fico? Io e Roberto su queste questioni siamo molto diversi e non è una novità. Io non avrei mai alimentato questa polemica di distrazione di massa sui migranti il 2 giugno. È una sua opinione, lui è il Presidente della Camera, io il capo politico del M5S. Ad ogni modo mettiamo tutti da parte le polemiche e godiamoci questa festa”.
Le difficoltà interne al governo, aumentate negli ultimi giorni alla luce del risultato delle europee del 26 maggio, sono emerse anche durante l’evento. Un esempio: mentre il segretario della Lega si intratteneva con i giornalisti, Di Maio aveva lasciato senza fare dichiarazioni via dei Fori imperiali. E prima dell’inizio delle celebrazioni alla domanda se si fosse salutato con Salvini il leader del M5S, arrivando alle tribune, si era limitato a rispondere ai cronisti: “Buona Festa della Repubblica”.
Il primo a tentare di conservare intatto lo spirito della giornata, e a dar seguito alle parole del capo dello Stato Sergio Mattarella che sabato aveva invitato le forze politiche “alla collaborazione e al dialogo”, era stato Conte: “La Festa della Repubblica è la festa di tutti”, ha detto prima di lasciare i Fori Imperiali alla fine della parata il presidente del Consiglio. E a chi gli chiede se bisogna tener cara la Repubblica italiana Conte ha replicato: “Certo”.
Il presidente della Repubblica ha salutato con favore l’idea del ministro Trenta di dedicare la parata al tema dell’inclusione: “Desidero manifestare vivo apprezzamento per il contributo recato dalle Forze armate all’odierna festa della Repubblica – ha scritto Mattarella al ministro – Il tema della inclusività, che ha caratterizzato la manifestazione, bene rappresenta i valori scolpiti nella nostra Carta costituzionale, che sancisce che nessun cittadino può sentirsi abbandonato, bensì deve essere garantito nell’effettivo esercizio dei suoi diritti“.
Prima dell’inizio della parata Salvini, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il titolare degli Esteri Enzo Moavero Milanesi hanno avuto un colloquio durato diversi minuti. Il vicepremier leghista, dopo esser salito sulla tribuna d’onore e aver parlato con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti si è avvicinato ai due ministri “tecnici” che già erano a colloquio, anche con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. E dopo averli salutati, Salvini ha scambiato alcune battute con Tria: un colloquio, quello tra i due, caratterizzato da una mimica animata e intervallato dai sorrisi del titolare del Mef.
Ai Fori imperiali con il Presidente della Pepubblica – che in precedenza ha deposto una corona all’Altare della Patria al passaggio delle Frecce Tricolori e passato in rassegna le truppe schierate alle Terme di Caracalla – erano presenti tutte le altre alte cariche istituzionali dello Stato: il presidente della Camera Fico e quello del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi, oltre al presidente uscente del Parlamento Europeo Antonio Tajani. Per il governo, presente anche i titolari della Giustizia Alfonso Bonafede e dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio.
Dinanzi ai rappresentanti delle istituzioni hanno sfilato 3.975 persone in rappresentanza di tutti i corpi dello Stato. Le novità di quest’anno è stata la partecipazione del personale della Riserva selezionata, del personale civile della Difesa e dei veterani. In testa alla parata 300 sindaci con la fascia tricolore.