Ha iniziato a “tirare” a 10 anni ed è stato a lungo uno dei più forti pugili a livello dilettantistico. Poi il passaggio tra i “pro” e la sorpresa della notte tra sabato e domenica al Madison Square Garden di New York, quando lui – basso, tarchiato, rientrato con difficoltà nei limiti di peso – ha vinto il titolo mondiale dei pesi massimi per k.o. tecnico contro Anthony Joshua, il pluridetentore di cinture. Un’impresa che a molti ha ricordato quella di Buster Douglas contro Mike Tyson a Tokyo nel 1990. Andy Ruiz jr., l’uomo del miracolo sportivo, è nato sotto il nome di Andres Ponce Ruiz in una sperduta pianura della California, l’Imperial Valley, l’11 settembre di 30 anni fa da genitori messicani e fino l’impresa dell’1 giugno era conosciuto solo tra gli appassionati di boxe.
Adesso i suoi 188 centimetri e quel fisico tutt’altro che statuario, come ci si aspetterebbe da un boxeur di altissimo livello, sono famosi in tutto il mondo. Nonostante nella sua carriera, fatta di 34 incontri, solo una volta abbia perso quando è salito su un ring. Era il 10 dicembre 2016 alla Vector Arena di Auckland, in Nuova Zelanda: dopo 29 vittorie tra i pro, Ruiz perse ai punti l’imbattibilità (verdetto non unanime) contro Joseph Parker nel match per il titolo vacante Wbo dei pesi massimi. Prima e dopo, invece, solo vittorie, ben 22 delle quali per ko. Quando era un dilettante, invece, il pugile californiano era sceso dal ring a braccia basse per 5 volte. A fronte però di 105 vittorie. Nel suo curriculum ci sono anche due apparizioni nel torneo preolimpico del 2008 con altrettante sconfitte.
Tempi lontani, cancellati dalla gragnola di colpi che ha piegato Joshua. Qualcosa di simile a quanto gli appassionati di boxe ricorderanno essere accaduto solo quaranta giorni fa a Carson, in California. A 240 miglia da dove è nato, Ruiz ha battuto il tedesco Alexander Dimitrenko al termine di un match nel corso del quale sono stati sferrati 90 colpi. Il nuovo campione dei pesi massimi ne aveva rifilati 69. Un’altra vittoria a modo suo: l’eleganza importa poco, l’efficacia è tutta nei suoi guantoni.