Sono stati portati tutti in salvo i quattro speleologi che domenica sono stati sorpresi da un’ondata improvvisa mentre si trovavano all’interno della grotta Abisso del Bifurto non riuscendo più a uscire. Sono stati bloccati ore nella cavità che si trova in provincia di Cosenza. A dare l’allarme attorno alle 16.30 è stato un quinto membro del gruppo che è riuscito ad uscire dall’abisso pochi istanti prima dell’onda. Dopo qualche ora e l’intervento dei tecnici del Soccorso alpino di Calabria, Puglia e Campania, anche il resto della spedizione è riuscito a risalire dalla grotta.

Sul posto sono arrivate numerose unità del Cnsas specializzate in operazioni speleologiche e speleosubacquee.  “Nessuno è in pericolo di vita, dieci tecnici sono al lavoro e contiamo nelle prossime ore di riportare su anche gli altri”, aveva spiegato all’Ansa durante le operazioni di salvataggio Giacomo Zanfei, presidente del Soccorso alpino e speleologico della Calabria.

“Abbiamo dovuto creare – ha continuato Zanfei – una via attrezzata alternativa e ci vuole tempo per organizzarla e farli uscire uno alla volta. Ci sono una cinquantina di metri di salita in verticale da percorrere. I tempi tecnici sono quelli di un recupero speleologico, ma i soccorsi sono stati tempestivi”.

Secondo le prime informazioni, gli speleologi sarebbero riusciti comunque a ripararsi in un ramo secondario dell’abisso e sarebbero in buone condizioni di salute, sebbene impossibilitati ad uscire. L’Abisso del Bifurto, detta anche “Fossa del Lupo”, è un profondissimo inghiottitoio che scende in verticale per 683 metri, e si trova nel comune di Cerchiara di Calabria.

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