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Dazi, il libro bianco della Cina: “Guerra commerciale non ha fatto di nuovo grande l’America, ma l’ha danneggiata”

Il rapporto presentato in otto lingue fornisce la lettura cinese dello scontro con Washington ed è finalizzata a contrastare i richiami della Casa Bianca alle difficoltà accusate da Pechino. Negli Usa, si sottolinea, sono saliti "i costi della produzione e i prezzi al consumo, minacciando la crescita dell’economia"
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Pechino risponde a Donald Trump. La rapida escalation della guerra commerciale non ha “fatto di nuovo grande l’America”, come vuole lo slogan elettorale del capo della Casa Bianca, ma ha danneggiato l’economia degli Stati Unit. Il libro bianco cinese sul contenzioso commerciale con Washington, diffuso oggi, rimarca che “la sovranità e la dignità di un Paese devono essere rispettate e qualsiasi accordo raggiunto dalle due parti deve basarsi su uguaglianza e beneficio reciproco“. La Cina, ad ogni modo, vuole “una soluzione attraverso il dialogo, ma non accetterà compromessi sui principi primari“.

“I dazi americani non hanno dato slancio all’economia. Invece, l’hanno seriamente danneggiata”, sottolinea il rapporto presentato in otto lingue come la lettura cinese dello scontro con Washington, finalizzata a contrastare i richiami di Donald Trump alle difficoltà accusate da Pechino. Negli Usa, invece, sono saliti “i costi della produzione e i prezzi al consumo minacciando la crescita dell’economia”. La rottura dei colloqui sono da “addebitare solo e interamente agli Usa” per il continuo cambio di richieste e le accuse “incaute”.

I negoziati sono saltati un mese fa e la parte americana ha accusato Pechino di una “brusca inversione“: il testo d’accordo faticosamente raggiunto di 150 pagine è ritornato a Washingon nel formato ridotto di 105, con interi capitoli stralciati. “Qualsiasi cosa il futuro possa portare, la Cina è fiduciosa di poter affrontare le sfide, trasformando rischi in opportunità e aprendo nuovi capitoli. La Cina resta impegnata alla sua causa e non importa quanto l’ambiente esterno possa cambiare: c’è spazio sufficiente per manovre fiscali e monetarie”.

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