Un’erezione del pene durata nove giorni a causa di un incidente in motorino. Il caso di un 35enne britannico di Southampton è stato analizzato dalla rivista medico-scientifica Cases Report in Urology ed è rimbalzata su tutti i tabloid del Regno Unito. Nel gennaio 2018 il ragazzo è caduto dal motorino e si è ritrovato con un grosso livido al perineo, l’area tra i genitali e l’ano. Non sentendo dolore e non avendo subito altre ferite per via dell’incidente in strada, il ragazzo si sarebbe presentato soltanto nove giorni dopo all’ospedale e proprio per via di questo “imbarazzante” disturbo. Nella successiva diagnosi, infatti, i medici hanno rilevato un flusso costante di sangue al pene tanto da provocargli un’erezione di quarto grado, ovvero il livello più alto della scale Erection Hardness Score (EHS), per ben nove giorni.
L’esame clinico ha rilevato che “sebbene l’erezione non fosse dolorosa, l’uomo ha vissuto un leggero disagio nel camminare”. I medici hanno precisato che il paziente aveva “un ematoma superficiale (sanguinamento) nello scroto e alla base del pene”. A livello statistico il 95% dei casi di priapismo è causato dal sangue che non riesce a lasciare l’area del pene a causa di un blocco dei vasi sanguigni. Caso noto come priapismo a basso flusso. Tuttavia il 35enne successivamente al trauma si era ritrovato nella situazione opposta: un priapismo ad alto flusso, ovvero il sangue non smetteva di fluire verso il suo pene.
Caso raro ma che accade quando i vasi sanguigni che circondano i genitali si sono rotti a causa di traumi fisici. Sempre dalla rivista medica online si evince che il paziente si era trovato in questa situazione per via dei “lividi causati dalla caduta che avevano creato un accumulo di sangue e due fistole con due piccoli canali che avevano reindirizzato il sangue per creare l’erezione”. Mentre il priapismo a basso flusso è spesso un’emergenza perché il blocco può uccidere il tessuto e danneggiare il pene, i casi di alto flusso sono meno pericolosi tanto che il 60% dei casi si risolve da solo. Il 35enne però ha optato per una cura invasiva con un piccolo intervento chirurgico che l’ha costretto a non “usare” il pene per qualche mese. L’happy end è comunque arrivato: un anno dopo il paziente con un erezione durata nove giorni ha scritto ai medici che l’avevano operato dichiarando che aveva una normale funzione erettile.