La corsa di Andrea Nahles alla guida dell’Spd, e forse anche la sua carriera politica, si ferma davanti al 15,8% raccimolato alle europee del 26 maggio, il peggior risultato nella storia del partito. La leader dei socialdemocratici tedeschi, superati nel voto europeo dai Verdi, ha annunciato per domani le proprie dimissioni da presidente del partito e per lunedì quelle da capogruppo del Sozialdemokratische Partei Deutschlands al Bundestag. Nei giorni scorsi Nahles aveva detto che avrebbe chiesto la fiducia agli organi direttivi.
“Il dibattito nel partito mi ha dimostrato che non c’è più nei miei confronti il sostegno necessario per svolgere il mio ruolo”, ha detto Nahles in una dichiarazione che è stata diffusa stamani, all’indomani del primo sondaggio dopo le elezioni europee in base al quale i Verdi tedeschi, forti del risultato di domenica scorsa per l’Europarlamento, avrebbero sorpassato nei consensi la Spd anche a livello nazionale.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando Nahles ad accelerare il suo ritiro dal vertice della Spd senza attendere il voto di fiducia della prossima settimana, potrebbe essere stata una lunga e dura intervista pubblicata stamani dalla Welt am Sonntag a Martin Schulz, lo sconfitto candidato cancelliere.
L’ex presidente del parlamento europeo accusa Nahles di immobilismo, di scarso europeisimo e ambientalismo. Annuncia di aver mandato una lettera ai deputati Spd in cui comunica che non si sarebbe candidato contro Nahles, giudicando sbagliata la mossa da lei annunciata di sottoporsi a un voto di sfiducia, e che non le avrebbe votato contro.
“La Spd, che ha importanti ministeri, avrebbe dovuto contrastare la costante erosione di consensi da parte di Angela Merkel con una politica europeista proattiva. Non ci è riuscita. E il risultato alle europee ne è la conseguenza”, sostiene Schulz, rilanciando quello che dovrebbe essere il programma di attacco della Spd. “Dobbiamo prendere l’iniziativa per andare con l’impegno per il salario minimo – afferma -, la tassa digitale, la politica ambientale, accordi commerciali ambiziosi e il contrasto al cambiamento climatico“.
In una intervista al Tagesspiegel, il ministro delle Finanze Olaf Scholz, un peso massimo della Spd, aveva provato a buttare acqua sul fuoco sulla questione della leadership del partito, pur chiudendo la porta per il futuro ad una nuova, la terza, Grosse Koalition con la Cdu.
Intanto la Cdu di Angela Merkel è riunita a Berlino per discutere delle elezioni europee, dove pur risultando primo con il 28,9% dei consensi, ha ottenuto il peggior risultato in un’elezione a livello nazionale. La leader Annegret Kramp-Karrenbauer, ha riconosciuto che il partito, a differenza dei Verdi, non è stato capace di parlare ai giovani e affrontare le paure dei tedeschi riguardo ai cambiamenti climatici. Una difficoltà per la quale è stata duramente messa sotto pressione da buona parte dei democristiani tedeschi. Alla riunione di oggi sarà presente anche Manfred Weber della Csu, candidato del Ppe alla guida della Commissione europea.