Sono 73, al momento, i migranti messi in salvo dopo il naufragio di un barcone con 95 persone a bordo. Due, per il momento, i corpi senza vita recuperati, quelli di una donna e di un bambino, mentre continuano le ricerche delle ultime 20 persone che erano a bordo dell’imbarcazione. A dare la notizia, per prima, è stata la Guardia Costiera libica, che sta ancora svolgendo le operazioni di salvataggio e ricerca dei dispersi, attraverso il proprio profilo Twitter parlando di operazioni ancora in corso e di alcuni casi di annegamento.
L’imbarcazione, secondo quanto riferito via Twitter dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), si è capovolta davanti alla città costiera di Gasr Garabulli, tra Tripoli e Homs. Tra i superstiti che, adesso, stanno ricevendo i primi soccorsi anche donne e nove bambini.
Le partenze dalle coste del Paese nordafricano sono favorite, oltre che dal miglioramento delle condizioni climatiche, anche dal costante aumento del numero di sfollati dovuto alle tensioni scoppiate nel Paese dopo l’avanzata delle milizie del Generale Khalifa Haftar su Tripoli. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha), il numero degli sfollati, al 31 maggio, è salito a 90.500 persone. Sono 156 i civili colpiti durante gli scontri a fuoco, 39 dei quali sono rimasti uccisi. L’Ocha segnala inoltre che 3.400 rifugiati e migranti restano intrappolati in centri di detenzione situati in aree colpite dai combattimenti o in aree a rischio di conflitto armato.