Facebook e Google stanno per finire sotto indagine negli Stati Uniti per sospette violazioni della normativa antitrust. Stando al Wall Street Journal la Federal Trade Commission si appresta a indagare sulle pratiche per la concorrenza del gruppo fondato da Mark Zuckerberg mentre il Dipartimento di Giustizia ha messo nel mirino le pratiche di Google relative alla ricerca sul web e ad altre attività commerciali. Entrambi i titoli perdono terreno a Wall Street. E anche Amazon potrebbe finire sotto la lente. Il tutto mentre le critiche allo strapotere di Big Tech stanno diventando uno dei temi della campagna presidenziale americana. Anche Donald Trump ha più volte evocato un controllo su queste società, benché per motivi più politici, come il presunto pregiudizio contro i conservatori.
Lo scorso marzo, per la terza volta in pochi anni, la Commissione europea aveva inflitto a Google una multa da 1,5 miliardi di euro per pratiche anticoncorrenziali e abuso di posizione dominante per aver ostacolato potenziali concorrenti nel mercato delle pubblicità online: una sanzione che ha portato a quasi 10 miliardi di euro le penalità della Ue contro il colosso americano. La Federal Trade Commission aveva già indagato sulla compagnia di Mountain View ma nel 2013 aveva chiuso il caso senza prendere alcuna misura. Ora, secondo i media, ha concordato di dare la giurisdizione al dipartimento di giustizia, con cui condivide l’autorità antitrust. I primi passi sono già stati fatti. Se venisse aperta un’indagine formale, sarebbe il secondo importante test antitrust dell’ amministrazione Trump.
Non mancano gli ostacoli, come dimostra il fallito tentativo di bloccare la fusione tra At&T con Time Warner. E come conferma il fatto che l’ultima divisione di una grande società, riguardante sempre l’ex monopolista telefonico At&T, risale al 1984. Ma recentemente il clima è cambiato e la pressione contro i gruppi della Silicon Valley è salita. Parlamentari, dirigenti di governo a Washington, Bruxelles e altrove guardano con sempre maggior diffidenza all’industria tech. Il loro nemico giurato non è più solo la candidata presidenziale dem Elizabeth Warren, che continua a chiedere il ridimensionamento dei giganti internet con lo slogan “Break up Big Tech” nei suoi cartelloni elettorali.