Il presidente del Consiglio, con un Tweet pubblicato in mattinata, annuncia il suo discorso ai cittadini alle 18.15. Il ministro dell'Agricoltura leghista Centinaio: "Se non ci dovessero essere le condizioni, se non si riesce a mettersi d’accordo, non vedo alternativa a elezioni". Il 5 stelle Di Stefano: "C'è bisogno che il premier sia garante permettendo all'esecutivo di mantenere la barra dritta sul contratto"
Il premier Giuseppe Conte ha convocato i giornalisti a mercati chiusi (ore 18.15) per parlare del futuro dell’esecutivo. A seguire vedrà gli esponenti di Lega e M5s per parlare prima dello Sblocca cantieri (ore 20) e poi del decreto Crescita (ore 20.30). Una settimana dopo le elezioni Europee, e mentre ancora le tensioni da campagna elettorale tra i soci di governo non sembrano rientrate, a prendere in mano la situazione è il presidente del Consiglio. Come prima cosa questa mattina ha deciso di annunciare una conferenza stampa: “Ho alcune cose importanti da dire a tutti voi”, ha scritto su Twitter. E quel “tutti voi” sono gli italiani. Ma anche e soprattutto il Carroccio e il Movimento 5 stelle. Secondo le ricostruzioni di queste ore, Conte ha intenzione di dettare le sue condizioni per andare avanti e soprattutto di chiedere “un mandato forte” per far andare avanti l’esecutivo.
Oggi alle 18.15 terrò una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ho alcune cose importanti da dire a tutti voi. Potrete seguirla in diretta streaming sulla mia pagina Facebook pic.twitter.com/c6JVvuUH5w
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) June 3, 2019
La tensione rimane molto alta, ma l’intenzione generale è quella di far andare avanti il governo per concludere il mandato arrivato dagli elettori un anno fa. Il primo a parlare è stato in mattina il ministro dell’Agricoltura leghista Gian Marco Centinaio: “Auspico che il presidente Conte faccia un miracolo. Continuo a essere dell’idea che la campagna elettorale è finita e i toni si devono abbassare”, ha detto. A distanza ha replicato il ministro dell’Ambiente M5s Sergio Costa: “Credo che l’Italia abbia bisogno che il governo vada avanti”, ha detto a SkyTg24. “Ci sono tantissime cose da fare e andare a votare significa rinunciare a fare queste cose. Se c’è bisogno di un miracolo di Conte, che ci sia. Io ci credo fortemente anche perché il premier non è solo un galantuomo ma veramente una persona molto capace. Le cosiddette tossine elettorali lasciamole perdere, adesso pensiamo al bene dei cittadini. Andare a votare non significa pensare al bene dei cittadini”. Il ministro per i Beni Culturali M5s Alberto Bonisoli ha parlato dei risultati raggiunti finora e di quanto fatto per la situazione di Venezia, soprattutto alla luce dell’incidente del weekend: “Facciamo un po’ di ordine. La verità è che, per la prima volta dopo anni di chiacchiere, il nostro è il primo governo, su iniziativa del MoVimento 5 stelle, che sta pensando concretamente a cancellare il passaggio delle Grandi Navi dal centro di Venezia”.
La conferenza stampa alle 18.15 – A borse chiuse – conferenza stampa convocata alle 18 e 15 – il premier detterà le sue condizioni alle due forze di governo per continuare a guidare l’esecutivo reduce da un lunghissimo corpo a corpo in campagna elettorale, e mai pervenuto dopo le Europee. Luigi Di Maio e Salvini, a parte l’evento dell’uno giugno al Quirinale, non parlano da quasi due mesi. Conte intende riunirli a Palazzo Chigi entro la fine della settimana (“martedì parto per tre giorni per il Vietnam per il congresso euroasiatico, così i due alleati avranno il tempo di smaltire l’uno l’euforia e l’altro le tossine elettorali”), perché mettano sul tavolo le proprie intenzioni. L’alternativa è semplice: o il governo va avanti almeno fino alla legge di Bilancio, ma alle sue condizioni, o è meglio votare subito, secondo il calendario concordato con Sergio Mattarella (Camere sciolte a luglio, elezioni a settembre e Finanziaria affidata a chi le vince).
Il vertice sullo Sblocca cantieri – Il premier ha deciso di convocare un incontro, prima previsto alle 17.15 poi spostato a dopo la conferenza stampa, per fare chiarezza sull’emendamento che la Lega ha presentato al Senato per sospendere per due anni il codice degli appalti. Alla riunione prenderanno parte i capigruppo M5s e Lega del Senato, i relatori, i viceministri Laura Castelli e Massimo Garavaglia, i ministri Riccardo Fraccaro e Danilo Toninelli. Martedì scorso si è svolta una riunione di maggioranza proprio sugli emendamenti al decreto sblocca cantieri, ricordano fonti governative, e della proposta della Lega di sospensione del codice degli appalti non c’era traccia. E’ questa, viene spiegato, la ragione della convocazione della riunione che dovrebbe svolgersi alle 17.30 a Palazzo Chigi. Assente Salvini, saranno presenti altri esponenti della Lega.
Il leghista Centinaio: “Conte faccia il miracolo o si torna al voto”
“Auspico che il presidente Conte faccia un miracolo. Continuo a essere dell’idea che la campagna elettorale è finita e i toni si devono abbassare. Il premier deve ricominciare a far parlare la politica, e soprattutto i due contraenti del contratto, di cose concrete”, dice il ministro Gian Marco Centinaio, aggiungendo che da parte della Lega “c’è la buona volontà, ma se non ci dovessero essere le condizioni, se non si riesce a mettersi d’accordo, non vedo alternativa a elezioni“. Secondo il ministro dell’Agricoltura se il governo non riparte la Lega è pronta al voto perchè “in Parlamento non ci sono numeri per governo con Berlusconi e Meloni, sennò l’avremmo già fatto”. In autunno, però, ci sarà una manovra complicata da gestire, ma in cui la Lega vuole inserire a tutti i costi la flat tax, anche a rischio di scontrarsi con l’Europa. “Ci sono altri Paesi che – risponde Centinaio – sono messi nelle nostre condizioni e hanno fatto saltare il deficit. Se lo fanno gli altri perché non possiamo farlo noi? Se lo fa la Francia, non vedo perché non lo possa fare l’Italia”.
L’esponente della Lega è poi tornato sull’intervento di Roberto Fico, che ieri aveva dedicato la festa della Repubblica “a tutti quelli che si trovano sul nostro territorio”, e quindi anche “ai migranti, ai rom, ai sinti, che sono qui ed hanno gli stessi diritti“. “La battuta del presidente della Camera durante quell’evento era inappropriata – dice Centinaio – Se diciamo che il 2 giugno è la festa degli italiani vuol dire che intendiamo tutti gli italiani a 360 gradi, quindi se uno va a precisare che l’italiano deve essere sinti o rom, lombardo o piemontese, cattolico o musulmano, vuol dire che vuoi creare polemica. L’ha fatto perché aveva bisogno di visibilità in un momento in cui tutti stavano intervistando altri e non lui”. La dichiarazione di Fico era stata un assist per Matteo Salvini, subito pronto ad attaccare l’alleato dei 5 stelle: “Qua c’è gente che rischia la vita per difendere l’Italia nel mondo e sentire il presidente della Camera che si tratta della festa dei migranti e dei rom a me fa girare le scatole“.
Anche per questo motivo lo stesso Luigi Di Maio si era smarcato dalle parole di Fico. “Io e Roberto su queste questioni siamo molto diversi e non è una novità. Io non avrei mai alimentato questa polemica di distrazione di massa sui migranti il 2 giugno. È una sua opinione, lui è il Presidente della Camera, io il capo politico del M5s”. Secondo il Corriere della Sera, ieri, il ministro dello Sviluppo Economico era “molto arrabbiato” per le frasi di Fico. “Inaccettabile strumentalizzare la festa del 2 Giugno in un momento così delicato. io non avrei mai detto quella frase”, si è sfogato il capo politico del M5s convinto che Fico abbia di proposito provocato Salvini “per sfasciare tutto”. Anche per questo motivo Di Maio ha telefonato a Fico, per un chiarimento.
Di Stefano (M5s): “Conte faccia il garante o si torna al voto”
“C’è bisogno che Conte divenga il garante permettendo al governo di mantenere la barra dritta sul contratto, senza che ogni sparata si trasformi in un casus belli quotidiano”. Anche i segnali che arrivano dal M5s sono per cercare di far rientrare le tensioni, almeno stando alle parole del sottosegretario agli Esteri in quota M5S Manlio Di Stefano intervistato da Formiche.net. “Non abbiamo mai avuto paura di andare al voto. Alle elezioni nazionali siamo sempre stati forti, siamo in grado di comunicare un’idea di Paese vincente e per questo la gente si fida di noi. Forse questa fiducia è stata un po’ minata dalla compartecipazione della Lega al governo, ha destabilizzato i nostri elettori”. Sulla lettera del Mef alla Commissione Ue dice: “Quello è un problema tutto in casa Lega e Tria. Il titolare del Mef non è un ministro del Movimento, la prima lettera che è circolata ha un contenuto che rinneghiamo da cima a fondo. Per noi è impensabile tagliare ancora sul welfare, ci siamo messi Monti alle spalle e non abbiamo intenzione di fare marcia indietro”. E su Laura Castelli: “Non escludo che qualcun altro abbia commesso un errore. L’importante è che chi ha le responsabilità se le prenda. Detto questo, chi pensa che queste elezioni Europee abbiano inaugurato un governo monocolore si sbaglia di grosso”. Quanto alle parole di Roberto Fico per il 2 giugno Di Stefano commenta: “Roberto a volte si cala nel ruolo di presidente della Camera senza ricordarsi che le sue parole vengono associate al Movimento Cinque Stelle. Lui deve sempre esprimere il suo pensiero, ma a volte questa associazione può crearci problemi. Come ha detto Luigi (Di Maio, ndr) in questo momento non abbiamo bisogno di provocazioni”.