Un fotomontaggio postato dal deputato leghista Paolo Tiramani che ritrae la candidata del centrosinistra e sindaca uscente di Vercelli, Maura Forte, fa scoppiare la polemica politica a pochi giorni dal ballottaggio nella città piemontese. Da una parte Forte appare sorridente, truccata e il suo ritratto è sormontato dalla scritta “quello che ti vogliono far credere”, dall’altra la sindaca uscente appare grigia e con la scritta “la verità”. Una metafora politica, prova a sminuire il parlamentare del Carroccio. Un “attacco sessista” secondo il Pd Piemonte e la vicepresidente vicaria dei dem, Alessia Rotta nei confronti di Forte, che domenica 9 sfiderà il candidato di centrodestra Andrea Corsaro. È stato proprio quest’ultimo a invitare il leghista a cancellarlo dopo che persino una candidata consigliera di Forza Italia, Lucia Pizzimenti, aveva preso le distanze.
“Non è questione di estetica: la sinistra, come le sue bugie, ha le gambe corte”, scriveva Tiramani nella didascalia del post diffuso su Facebook. Una spiegazione non sufficiente a placare le polemiche sulla scelta del deputato, eletto nel 2018 e condannato lo scorso gennaio in appello a 17 mesi per peculato. “Vorrei portare la solidarietà mia e di tutto il gruppo per il vile attacco ricevuto da Maura Forte in questi giorni dai suoi avversari al ballottaggio – si legge sulla pagina Facebook del Pd Piemonte – un attacco sulla persona, che rappresenta con chiarezza l’idea che i leghisti hanno delle donne”.
“Nessun attacco sessista. Ho solo voluto evidenziare con due foto prese dal web che chi riesce ad alterare la propria immagine riesce anche ad alterare i dati ottenuti in 5 anni di amministrazione della città”, la replica di Tiramani, finito imputato nel processo per le Spese pazze del Consiglio regionale piemontese e accusato di essersi fatto rimborsare anche le serate al bowling e i drink alle 3 di notte in discoteca nonché, secondo la procura generale, anche “abbigliamento, profumerie, generi alimentari, prodotti di elettronica, manutenzione autovettura privata, fiori, contravvenzione al Codice della strada, giocattoli, ricariche telefoniche persone estranee al gruppo tra cui la moglie”.
La Lega, attacca la vicepresidente vicaria dem Rotta, “non smette di dare prova di sessismo e misoginia”. Il post di Paolo Tiramani “non è degno di commenti, ma solo della condanna unanime”. Rotta insiste: “Non solo i provvedimenti del governo hanno eliminato ogni forma di sostegno alla conciliazione e al lavoro delle donne, non solo sono stati smantellate le norme in favore delle donne, ma ora – sottolinea la deputata dem – dopo il volantino della Lega di Crotone in occasione dell’8 marzo, e dopo la campagna a sostegno del congresso di Verona, abbiamo un altro esempio della misoginia leghista. Salvini and co. cercano di rendere l’Italia un Paese ostile alle donne e lo fanno partendo anche dagli attacchi personali. Chiedano scusa non solo alla candidata di Vercelli, ma a tutte le donne”.