L’Anm di Napoli e quella del Piemonte al fianco di quella di Milano sul caso Palamara. L’Assemblea distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati del capoluogo campano ha infatti approvato una mozione con cui recepisce il documento approvato ieri dall’assemblea di Milano e chiede le dimissioni immediate dei consiglieri del Csm “che sono o dovessero risultare coinvolti” nelle indagini della Procura di Perugia. Questo l’esito della riunione che si è tenuta oggi pomeriggio nell’aula Arengario del Palazzo di Giustizia di Napoli, indetta dalla Giunta distrettuale, alla quale hanno partecipato oltre 250 magistrati del distretto.
I magistrati ribadiscono che “la scoperta delle vicende censurate si è dovuta proprio alle indagini della magistratura e che l’autonomia del Csm è imprescindibile baluardo costituzionale delle garanzie e dei diritti dei cittadini”. Le toghe partenopee ritengono “essenziale per l’esercizio della loro altissima funzione che i cittadini possano continuare ad avere rispetto e fiducia nella Magistratura, fatta di donne e di uomini che quotidianamente svolgono la loro funzione con sacrificio e dedizione, senza obiettivi di carriera, mentre queste condotte suggeriscono l’idea di una magistratura corrotta, vicina, se non parte, di centri di poteri occulti, che pretendono di pianificare dall’esterno le nomine dei direttivi”.
Da qui la richiesta “che i consiglieri e tutti i magistrati, come espressamente previsto dall’articolo 10 del codice etico, non abbiano alcun rapporto con centri occulti di potere politico o affaristico, da chiunque rappresentati”, e infine che “per salvaguardare e non coinvolgere le istituzioni i consiglieri che sono o dovessero risultare coinvolti diano immediatamente le proprie dimissioni”.
Sulla stessa linea anche i magistrati piemontesi. Anche dal distretto giudiziario del Piemonte e della Valle d’Aosta è partita infatti una richiesta di dimissioni immediate dei consiglieri del Consiglio superiore della magistratura coinvolti nel caso Palamara. Nel pomeriggio di oggi un centinaio di magistrati ha partecipato all’assemblea straordinaria convocata dalla giunta distrettuale. La quasi totalità dei partecipanti ha approvato il primo punto in votazione sulla richiesta di dimissioni. Soltanto cinque magistrati hanno votato contro esprimendo posizioni garantiste. Parole non tenere sono state espresse anche nei confronti del presidente nazionale della stessa associazione, Pasquale Grasso sui rapporti con la politica dei consiglieri del Csm. Prima del termine della riunione i presenti hanno voluto dissociarsi da quanto affermato da Grasso in un’intervista pubblicata dal quotidiano La Stampa con particolare riferimento alle relazioni “fisiologiche” tra consiglieri del Csm, esponenti delle associazioni e della politica.