Assumere dipendenti con disabilità cognitiva ma mandarli a lavorare in un’altra realtà, in un luogo del tutto estraneo alla prima impresa. Una novità assoluta in Italia che ha causato qualche perplessità e diverse riflessioni del mondo delle organizzazioni nazionali dei disabili. A prevederlo è un protocollo di intesa firmato tra la Fondazione Foqus Quartieri Spagnoli e la Regione Campania. La Ferrarelle ha assunto a tempo indeterminato 10 ragazzi appartenenti alle categorie protette da collocare presso le mense e le cucine delle Scuole internazionali paritarie Dalla parte dei bambini. Alcune associazioni accolgono l’iniziativa con favore, mentre la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) è contraria all’idea che un’azienda “appalti” a terzi l’inserimento delle persone disabili che per legge è tenuta ad assumere.
I nuovi assunti collaboreranno con il personale ATA, educatori, cuoche e incontreranno ogni giorno oltre 700 alunni che, in questo modo, impareranno anche a convivere direttamente con la disabilità. L’auspicio dei promotori è che i dieci disabili cognitivi acquisiranno esperienze professionali che, nel tempo, potranno utilizzare efficacemente all’interno del servizio di refezione, pulizia e riordino dei luoghi utilizzati. Secondo i firmatari, il progetto “mette a disposizione uno spazio di socializzazione e di inclusione per giovani con abilità diverse con i quali sperimentare lo sviluppo di un modello di intervento integrato, capace di offrire un sostegno personalizzato per ogni dipendente assunto, che sarà supportato e seguito, grazie ad un tutoraggio di un’equipe multidisciplinare”.
L’iniziativa ha beneficiato di un finanziamento da parte dell’azienda campana che imbottiglia da fonti dell’alto Casertano e Fondazione Con il Sud per un milione di euro e di Fondazione Foqus per ulteriori 800mila euro. L’obiettivo, in un contesto economico difficile, è dare una risposta concreta al bisogno del giovane con disabilità di potersi confrontare e interagire con il mondo esterno in maniera sempre più autonoma, ampliando le proprie relazioni con le altre persone e in contesti differenti. Ma non solo. I soggetti promotori dell’intesa – definita dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Vincenzo Spadafora come un “modello capace di produrre un impatto sociale senza precedenti” – intendono così favorire l’inclusione che passa attraverso un costante processo di crescita, andando oltre i preconcetti e la paura del “diverso”.
E’ positivo il parere del presidente della Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità (FAND), Nazaro Pagano. “Le finalità esposte nel progetto sono ottime e l’alto livello dei soggetti partner nell’iniziativa è garanzia di riuscita e di serio impegno professionale”, dice a ilfattoquotidiano.it Pagano. Il numero uno della FAND sottolinea che “il carattere del progetto è fortemente innovativo perché non vede solo coinvolti i soggetti proponenti, ma anche l’interazione con soggetti terzi. Dunque è una innovazione che va accolta con entusiasmo e possiamo considerarla come un modello di buona pratica da seguire per altre iniziative simili”.
Avanza dubbi, invece, Vincenzo Falabella, presidente della Fish: “Ferrarelle si è fatta carico di questi tirocini – dice a ilfattoquotidiano.it. Abbiamo parlato con il referente dell’assessorato al Lavoro regionale, facendo presente che le realtà associative territoriali non condividono l’ex art. 14 (l’articolo del decreto legislativo del 2003 che permette di adempiere agli obblighi esternalizzando lavoro alle cooperative sociali, ndr), ma vogliamo che siano le aziende ad assumere direttamente, senza poi appaltare a soggetti terzi. Detto questo – chiarisce il numero uno della Fish – Ferrarelle è in regola con l’obbligo di assunzione previsto dalla legge italiana”.
Contattato dal Fatto.it l’avvocato Domenico Sabia dell’Ufficio legale dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic) spiega che “dai dati trasmessi l’iniziativa rientra nell’ambito della disciplina delle convenzioni di integrazione lavorativa della legge n.68/99. Si tratta di strumenti di cooperazione tra imprese, istituzioni, strutture di servizi e formazione dirette a favorire l’inserimento lavorativo dei disabili al di là delle consuete procedure di avviamento effettuate attraverso il collocamento mirato o la previsione di quote di riserva nelle assunzioni per concorso presso le Pubbliche amministrazioni”.