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Dodicenne muore dopo una settimana legato in bagno con un collare, senza acqua e cibo

Secondo quanto riporta la CNN, il padre, Luis Posso, 32 anni, e la compagna di lui, Dayana Medina-Flores, di 25, sono stati arrestati con l'accusa di omicidio, abbandono di minore, sequestro di persona e percosse

di F. Q.

È morto di fame e di stenti, dopo essere stato picchiato, incatenato nel bagno di una stanza di un motel e traumatizzato con un collare elettrico per cani. Sarebbe dovuto andare a scuola, Eduardo, 12 anni, invece suo papà e la matrina lo tenevano segregato in queste condizioni in una modesta struttura dell’Indiana. La polizia ha arrestato il padre, Luis Posso, 32 anni, e la matrigna, Dayana Medina-Flores, con l’accusa di omicidio, abbandono di minore, sequestro di persona e percosse. Una storia sconcertante che alza il velo sugli abusi subiti dai minori, un fenomeno molto più diffuso negli Usa di quanto si pensi, come conferma il recente ergastolo ai coniugi Turpin per il sequestro e le torture ai loro 13 figli tenuti in gabbia in California.

La coppia, quando non lo portava con sé a distribuire volantini pubblicitari per un circo itinerante, lo teneva incatenato ad una sbarra porta asciugamani, con al collo un collare elettrico per cani, che il padre aveva usato per traumatizzarlo. La matrigna ha raccontato che il 23 maggio il bambino si era ammalato ed era diventato troppo debole per alimentarsi da solo prima di perdere lucidità. Il giorno dopo era freddo al tatto e suo padre ha quindi deciso di portarlo all’ospedale di Bloomington, dove però è arrivato privo di sensi. Poco dopo è stata dichiarata la sua morte, per complicazioni legate alla fame e alla malnutrizione, nonché all’assenza di cure mediche. Evidenti i segni di abusi, tra ematomi, escoriazioni, lacerazioni e ulcere in tutto il corpo.

L’inchiesta ha portato dritto alla coppia e alla loro stanza in un modesto motel di Kokomo, dove sono stati trovati catene, corde, manette e lucchetti. Gli investigatori hanno scoperto anche un sms sul cellulare del padre che diceva “Eduardo è quasi libero dalle catene”. E un selfie dell’uomo con il figlio incatenato nella vasca. È spuntato anche un video che mostra la matrigna e un altro bambino entrare nel bagno e ignorare Eduardo. 

Dopo aver inizialmente negato, la donna ha ammesso che il compagno aveva picchiato il ragazzino con le mani, con una cintura e una scarpa, che lo aveva legato con corde e catene diverse volte, e che aveva aveva usato il collare elettrico sul figlio. Il padre ha ammesso solo le frustate. Gli altri tre fratelli che vivevano con la coppia, una ragazzina di 9 anni e due bimbi di 5 e 2 anni, sono stati trovati in buone condizioni e trasferiti in un centro di accoglienza per minori. Sotto choc la madre di Eduardo, Aurea Garcia, che vive in Florida e che si era separata da Posso nel 2015: in parte proprio perché alzava le mani sui figli, che erano rimasti al padre dopo che lei non si era presentata ad una udienza per l’affidamento.

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