Politica

Fascismo in Italia? Forse no, ma la Resistenza è iniziata

Si susseguono moniti autorevoli sul pericolo concreto che il nostro Paese soccomba al fascismo. Al riguardo va detto che, se per fascismo si intende un movimento reazionario di massa, secondo la definizione a suo tempo formulata da Palmiro Togliatti, non pare che né l’Italia, né l’Europa siano oggi afflitte dal deprecabile fenomeno. Le masse, infatti, paiono aver altro da fare che appoggiare un ipotetico regime fascista. Più che altro le persone sono impegnate nella lotta per la sopravvivenza individuale in un contesto di capitalismo neoliberista. Data l’evidente assenza di una risposta collettiva ai problemi generati da tale situazione, esse si rivolgono ai poteri tradizionali di qualsiasi genere e cercano di sfogarsi colpendo i più deboli. Da qui il successo e la fortuna di chi, come la Lega e Matteo Salvini, si presenta oggi come il più titolato e capace sia nel rappresentare i poteri tradizionali sia nell’alimentare la guerra tra poveri.

Più che a un fascismo conclamato siamo insomma di fronte a una lenta ma inesorabile putrefazione sociale che determina la proliferazione dei minuscoli e decisamente ributtanti esserini che si accompagnano di solito a processi del genere, accelerandone lo svolgimento. Ciò non ci esime, beninteso, dal condurre una lotta intransigente, con ogni mezzo necessario, contro forze autenticamente fasciste che fra l’altro sono alleate di Salvini e della Lega e che, nonostante la loro chiara illegalità costituzionale, vengono protette e difese dallo stesso Salvini nella sua qualità di ministro dell’Interno.

Ciò ovviamente non significa che la Lega e altre forze non peschino a piene mani dal peggiore repertorio razzista in stile italiota. Si veda da ultimo l’esternazione rivelatrice di Salvini secondo la quale Roberto Fico avrebbe offeso i partecipanti alla sfilata del 2 giugno per aver menzionato i migranti.

Ciò non significa che questo governo, con in testa Salvini e Luigi Di Maio, non si sia macchiato di gravi violazioni dei diritti umani, negando l’approdo e il soccorso a persone in pericolo di vita, 422 delle quali sono scomparse in mare nei soli primi quattro mesi del 2019.

Ciò ovviamente non significa che Salvini non fomenti la costruzione di uno Stato autoritario, appropriandosi indebitamente del lavoro delle forze dell’ordine, come denunciato a chiare lettere dal sindacato Silp. Ciò ovviamente non significa che Salvini non stia per imporre a Di Maio scelte di politica economica, dalla Flat Tax allo Sbloccacantieri, che finiranno per beneficiare i soliti imprenditori e prenditori avvezzi a eludere le leggi e sui quali oggi incombe la maggiore responsabilità del nostro deplorevole stato di sottosviluppo economico.

Salvini e la destra costituiscono oggi il precipitato della pessima classe politica che ci malgoverna da molto tempo. Il peggio del peggio con punte di ridicolo assoluto nei proclami militaristi di Giorgia Meloni, una sorta di Marine Le Pen in sedicesimo che vorrebbe dichiarare apertamente guerra ai migranti. Liquidato l’equivoco a Cinquestelle questi personaggi si apprestano a continuare a malgovernare e osano parlare in nome del popolo italiano.

Ma esiste un’Italia migliore che si esprime oggi attraverso migliaia di iniziative esemplari. Tra di esse voglio qui ora ricordare quella dei portuali di Genova che hanno impedito alle armi made in Italy di salpare per lo Yemen dove sarebbero state impiegate per massacrare i civili e hanno dato invece il benvenuto ai migranti che nei nostri porti continueranno a sbarcare nonostante Salvini e, prima di lui, Marco Minniti.

Voglio inoltre ricordare il partigiano Orso, morto combattendo i terroristi islamofascisti dell’Isis insieme alle milizie rivoluzionarie curde. Questa Italia è infinitamente meglio della nostra squallidissima classe politica, sia essa di destra, di centro o di sedicente sinistra. Quest’élite infatti rappresenta, presa nel suo insieme, una minoranza degli italiani, come ci ricordano i Wu Ming.

Liberarsi di questa pessima classe politica diventa oggi prioritario. A tale fine è cominciata già da qualche tempo la Resistenza. Più che contro il fascismo in senso classico essa però è diretta, per i motivi detti, contro l’attuale situazione di crescente disagio e crisi a tutti i livelli di cui la classe politica, con Salvini in testa, è oggi la principale responsabile e al tempo stesso l’inquietante risultato.