Gli studiosi del nostro Paese vedono nella scelta della giovane svedese una opportunità anziché un limite. Novara: "Sta facendo scuola in un altro modo". Pietropolli Charmet: "Una buona causa può sostituire l'istruzione"
Greta Thunberg, la 16enne svedese che sta portando avanti la battaglia per l’ambiente, ha deciso di smettere di studiare. Si prenderà un sabbatsar, un anno sabbatico per dedicarsi totalmente ai suoi impegni in giro per il mondo. Dopo un anno in cui ha concordato con l’istituto che frequenta un piano di studi su misura, la giovane dalle trecce bionde, ha deciso con i suoi genitori di fermarsi proprio ora che sta per concludere il ciclo d’istruzione obbligatorio. Una scelta che ha diviso il suo Paese ma che trova il plauso da parte degli esperti italiani che vedono di buon occhio la scelta di rimandare gli studi per una giusta causa.
A difendere Greta è in prima battuta il pedagogista Daniele Novara: “Sono favorevole al fatto che Greta dedichi questi anni della sua adolescenza ad una buona causa. Anche tanti della mia generazione a 16 anni smettevano di studiare e facevano dell’altro in nome di un’ideale. Greta ha questa eccezionale occasione ed è giusto che non disperda le sue energie e si concentri sulla sua missione. Non sono un pasdaran della scuola, non dirò mai una parola a favore della scuola a tutti i costi. Se uno ha di meglio da fare lo faccia. Ci sono grandi scrittori che non sono nemmeno diplomati”. Novara non ha alcun dubbio: “Greta sta facendo un’esperienza di vita che è scuola. Per fortuna il mondo è cambiato e se c’è qualcuno che ha qualcosa importante da fare è bene che la compia nel modo più assoluto. Pensare alla frequenza scolastica è un assurdo. Il successo di Greta è il fallimento del mondo adulto. Sono uno storico della pedagogia e l’iniziativa di Greta mi ricorda molto la crociata dei bambini: ottocento anni fa, nell’estate del 1212, una moltitudine di fanciulli attraversò le campagne francesi e i boschi della Germania con canti di giubilo e inni sacri, suscitando ovunque stupore e sconcerto. La loro meta, proclamavano, era Gerusalemme, il loro scopo liberare la Terra Santa dal dominio musulmano. Spero che Greta sia un pretesto, non possiamo attribuire a Greta una leadership insostenibile. Greta sta facendo scuola in un altro modo”.
Dello stesso parere lo psicologo e psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet: “Penso che tutti quelli che sono abitati da una grande utopia e da un grande desiderio di rivalsa o di rivoluzione non frequentino regolarmente la scuola. Raramente la finiscono. Io spero che Greta siccome è un’Asperger possa fare sia l’uno che l’altro ma se deve andare in giro per il mondo a salvare il pianeta è meglio che lo faccia piuttosto che seguire le lezioni. Una buona causa può sostituire la scuola. Non so se Lenin o Napoleone abbiano fatto delle scuole regolari ma per una buona causa in adolescenza si possono prendere altre strade anziché gli studi”. A sostenere chi per un’ideale abbandona la scuola è anche Paolo Crepet: “Greta prende un anno sabbatico per dedicarsi ad una causa di cui il mondo dovrebbe esserle grata. Non comprendo un adolescente che prende un anno di pausa dalla scuola per andare in giro per il mondo a farsi le canne ma un ragazzo o una ragazza che lasciano gli studi per una battaglia complicata e iperstressante li capisco. Ad averceli dei figli come Greta. Lei ha fatto un atto di ulteriore sacrificio per una giusta causa. Finalmente c’è qualcuno che ha una giusta causa. Quando una persona lotta per il nostro futuro io mi tolgo il cappello”.