Accordo con la Lega. Dopo giornate di chiusura però oggi sembra arrivata una schiarita. Il 21 maggio scorso era scaduta la convenzione con il ministero dello Sviluppo economico che il Movimento 5 Stelle aveva deciso di non rinnovare giudicando eccessivi i 14 milioni di euro l’anno concessi all’emittente
Su Radio Radicale “oggi abbiamo depositato, d’accordo con la Lega, una mozione con cui facciamo prendere due impegni al governo: il primo, è volto a non rinnovare la concessione senza una vera gara; e il secondo è a mettere in sicurezza e digitalizzare gli archivi di Radio Radicale, che rappresentano una risorsa preziosa”. Così il M5S in un lungo post sul blog delle Stelle, facendo il punto sulla storica emittente radiofonica a rischio stop finanziamenti.
Dopo giornate di chiusura però oggi sembra arrivata una schiarita. Il 21 maggio scorso era scaduta la convenzione con il ministero dello Sviluppo economico – che il Movimento 5 Stelle aveva deciso di non rinnovare giudicando eccessivi i 14 milioni di euro l’anno concessi all’emittente – e in Parlamento erano state ritenute inammissibili tutte le proposte di proroga, a partire dall’emendamento della Lega firmato da Massimiliano Capitanio per consentire un’estensione di sei mesi con una copertura di 3,5 milioni. L’emendamento era compreso nel terzo delle proposte di modifica al decreto Crescita che non hanno passato il vaglio dell’ammissibilità nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Nei giorni scorsi erano state molte le voci che si sono espresse per “salvare” la radio.
“Il MoVimento 5 Stelle – si legge nel post – è al governo solo per un motivo: per cambiare le cose. Con gradualità, con buon senso, ma anche con determinazione. Noi siamo per lo stop ai finanziamenti pubblici all’editoria e a favore del pluralismo, che è cosa ben diversa dal finanziare con soldi degli italiani qualche editore, come è avvenuto finora”. Per il M5s “nessun italiano deve più pagare di tasca sua per giornali ed emittenti private. Ci sembra buon senso. Nessuno qui vuole chiudere Radio Radicale. Noi vogliamo fare una cosa più importante: affermare che una radio privata, tra i cui soci c’è una holding finanziaria, la Lillo SpA, che vale due miliardi di Euro, non può stare in piedi solo grazie ai soldi delle vostre tasse, soldi pubblici. Radio Radicale non deve avere più diritti di altre radio private“.
“Cori di giornali si levano accusandoci di volere zittire, silenziare, ‘limitare la libertà di espressione’ della radio. Bene, qui nessuno mette in dubbio che Radio Radicale abbia svolto un servizio importante finora. E sarebbe bello che qualcuno smettesse di accusare per partito preso (è proprio il caso di dirlo) e iniziasse a diffondere i dati veri” ribadisce il M5s che sostiene: “Radio Radicale è una radio privata, di partito (più del 62% delle quote è dell’Associazione politica Lista Marco Pannella), che lo Stato italiano ha finanziato fino ad oggi, per quasi 30 anni, con 250 milioni di euro (di soldi vostri)”. Ci chiediamo perché il ministero dello Sviluppo Economico, guidato da Luigi Di Maio, dovrebbe continuare a dare a una radio privata circa 10 milioni di Euro ogni anno per un servizio che può costare molto meno! La vera domanda è perché nessun partito finora ha avuto il coraggio di dirlo e di cambiare”.
Oggi era arrivata anche la nota della Federazione della Stampa Italiana: “Dopo le dichiarazioni di solidarietà, è giunto il momento che il Senato e la Camera votino i provvedimenti necessari a impedire l’oscuramento di Radio Radicale e il taglio di decine e decine di giornali. Nei giorni scorsi, e anche al presidio indetto dalla Fnsi – ricordano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi , parlamentari di tutti i partiti politici, e fra loro non pochi esponenti della maggioranza e, in particolare, della Lega, hanno annunciato il loro sostegno agli emendamenti contro i tagli e i bavagli. Ci auguriamo che quegli impegni si traducano in voti e in azioni di sostegno, come per altro esplicitamente richiesto anche dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Restiamo in fiduciosa attesa, pronti a riprendere l’iniziativa, e le conseguenti azioni di lotta, qualora si dovesse registrare l’ennesima ‘fumata nera’”.