Le raccomandazioni della Commissione riguardano anche lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro, il sostegno alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, la piena attuazione delle passate riforme pensionistiche, la riduzione della durata dei processi e gli investimenti in istruzione, ricerca e innovazione
“L’inadeguatezza delle competenze nel settore pubblico limita le capacità di valutare, selezionare e gestire i progetti d’investimento. Questo mina anche l’assorbimento dei fondi Ue, dove l’Italia è in ritardo rispetto alla media dell’Unione”. Lo scrive la Commissione europea nelle sue raccomandazioni all’Italia approvate insieme al rapporto sul debito, aggiungendo che “la qualità più bassa della governance nel Sud Italia limita seriamente la sua spesa e la sua capacità di elaborare politiche”. Il suggerimento dunque è di migliorare la capacità amministrativa, “una pre-condizione per un uso efficiente degli investimenti pubblici e dei fondi Ue, con ricadute positive sugli investimenti privati e sulla crescita del Pil“, spiegando che “tali miglioramenti potrebbero dare maggiore impatto agli investimenti nella banda larga, nei trasporti, nella gestione delle acque e dell’economia circolare, soprattutto nel Sud”.
Le altre raccomandazioni, divise in cinque punti, riguardano lotta all’evasione e al lavoro nero, spostamento della pressione fiscale dal lavoro riducendo le agevolazioni fiscali e riformando i valori catastali non aggiornati, sostegno alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, piena attuazione delle passate riforme pensionistiche, riduzione della durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio e miglioramento dell’efficacia della lotta contro la corruzione riformando le norme procedurali per contenere la durata dei processi penali.
La Commissione chiede di usare le entrate inattese per abbattere il debito e combattere l’evasione, specialmente l’omessa fatturazione, rafforzando l’uso di pagamenti elettronici e abbassando la soglia per i pagamenti in contanti. Si raccomanda poi di attuare pienamente le passate riforme delle pensioni per ridurre il peso di quelle di vecchiaia sulla spesa pubblica e creare spazio per altre spese sociali pro-crescita.
L’Italia viene invitata a intensificare gli sforzi per contrastare il lavoro sommerso, garantire che le politiche attive del mercato del lavoro e le politiche sociali siano efficacemente integrate e coinvolgano soprattutto i giovani e i gruppi vulnerabili, sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro in particolare
garantendo l’accesso a servizi di assistenza all’infanzia e a lungo termine di qualità e migliorare i risultati scolastici, anche mediante adeguati investimenti mirati, e promuovere il miglioramento delle competenze, in particolare rafforzando le competenze digitali.
Altri punti riguardano una politica economica da orientare agli investimenti in materia di ricerca e innovazione e sulla qualità delle infrastrutture, “tenendo conto delle disparità regionali”, e la necessità di affrontare le restrizioni alla concorrenza, in particolare nel settore del commercio al dettaglio e dei servizi alle imprese. Infine va “favorita la ristrutturazione dei bilanci delle banche, in particolare per le banche di piccole e medie dimensioni, migliorando l’efficienza e la qualità degli attivi, continuando la riduzione dei crediti deteriorati e diversificando la provvista”, in parallelo con la promozione del finanziamento non bancario per le piccole imprese innovative.