A più di tre anni dall'entrata in vigore della riforma Renzi, l'ex titolare del Mef e ora parlamentare del Partito democratico ha preso le distanze dalla misura. Salvini ha proposto l'abolizione del limite, ma intanto la proposta è stata presentata in Senato da Fratelli d'Italia
L’aumento del tetto del contante, secondo lo stesso ex ministro Pd dell’Economia che lo approvò Pier Carlo Padoan, fu un errore. “Sì, è vero”, ha ammesso ad Agorà Rai su Rai 3 a più di tre anni di distanza dall’approvazione, “è stato un errore. Ed io ero contrario. Posso dirlo adesso dopo un po’ di tempo”. L’ex responsabile del Mef e ora parlamentare, parlando dell’ipotesi di alzare ulteriormente il tetto, dopo che gli è stato osservato che fu proprio il suo governo guidato allora da Matteo Renzi a volerlo, ha riconosciuto il fatto che non fosse d’accordo. E alla domanda se avesse avvertito l’ex premier, ha replicato: “Al presidente del Consiglio ho detto tante cose ed anche questa”. La riforma voluta da Renzi entrò in vigore il primo gennaio 2016 e stabilì la possibilità di pagare in contanti fino a 2.999,99 euro. Per money transfer e assegni il limite è 999,99 euro.
In questa legislatura è stato Matteo Salvini a rispolverare l’idea di abolire il tetto del contante per i pagamenti. La proposta in Senato è stata presentata però da Fratelli d’Italia. Nell’ultima legge di Bilancio il governo ha previsto la possibilità anche per i cittadini dell’Unione europea, e non solo per gli extracomunitari, di spendere fino a 15mila euro in contanti nel turismo.