di Laura Luchetti. Con Anastasyia Bogach, Kalill Kone, Aniello Arena, Giorgio Colangeli Italia 2018, Durata: 95’  Voto 3/5 (AMP)

Da qualche parte nella Sardegna ruvida e incantata, la 16enne Anna fugge dal perfido Manfredi. Contemporaneamente il suo coetaneo ivoriano Basim s’adopera a sistemare i carrelli fuori da un supermercato in cambio di poche monete. Due anime raminghe, diversamente traumatizzate e danneggiate, che s’incontrano da un fioraio non più giovane, anch’egli con dei segreti da nascondere ma che nei fiori ha trovato serenità. L’uomo prende Anna a lavorare per proteggerla, mentre Basim trova per lei e se stesso un alloggio dove la calma è almeno apparente.

Il secondo lungometraggio della poliedrica romana Luchetti nasce dall’incontro di due “figli della migrazione” (lei dall’Ucraina arrivata in Sardegna a 4 anni, lui dalla Costa d’Avorio a bordo di uno dei famigerati barconi) e dall’evidente desiderio di farli resistere – uniti da un sentimento nuovo ma profondo – a chi li vuole annientare, nel corpo e nell’identità. Costruito sui diversi omissis di un racconto che fa di segreti e misteri il suo perno, il film riesce a vibrare con i corpi fragili ma intensi dei due protagonisti, che interagiscono con uno sfondo gravato da temi socio-politici di emergenza assoluta (il traffico illegale dei migranti, la violenza sui minori e sulle donne). Un feroce romanzo di formazione a tinte nere che ha avuto la sua apprezzata première mondiale allo scorso Toronto Film Festival prima di essere applaudito ad Alice nella Città.