La Germania si risveglia raggelata dai dati sulla produzione industriale di aprile. Il calo è più ampio di quanto previsto dagli analisti: -1,9 per cento rispetto a marzo, mentre sull’anno la diminuzione è dell’1,8%. Gli esperti prevedevano un calo congiunturale pari a -0,5 per cento. Le notizie non sono buone nemmeno sul Pil perché le stime di crescita sono state tagliate dalla Bundesbank allo 0,6 per cento nel 2019 contro l’1,6 indicato in precedenti previsioni. Nel 2020 le cose, secondo la banca centrale tedesca, andrebbero meglio con una crescita dell’1,2 ma sempre con un tasso inferiore da quanto stimato in precedenza (1,6). Il taglio delle stime sul Pil della Bundesbank seguono quelle del governo tedesco che ad aprile aveva rivisto le stime di crescita allo 0,5 per cento quest’anno indicando però un aumento del Pil dell’1,5 per cento nel 2020.
Quanto al cosiddetto avanzo commerciale, questione annosa per Berlino anche rispetto alle regole dell’Ue, la Germania ha registrato in aprile un avanzo commerciale di 17 miliardi di euro, in calo rispetto ai 20 di marzo (i dati in questo caso sono quelli pubblicati dall’Ufficio federale di statistica). Su base mensile, le esportazioni sono scese del 3,7 per cento e le importazioni dell’1,3.