Mesina, conosciuto anche con il soprannome di Grazianeddu, era finito in carcere sei anni fa perché ritenuto a capo dell'organizzazione che si occupa di traffico internazionale di droga
Scarcerato per decorrenza dei termini. Così è tornato in libertà Graziano Mesina, uno dei più importanti esponenti del banditismo sardo in carcere a Nuoro per traffico internazionale di droga. La scadenza è dovuta al fatto che le motivazioni della sentenza d’appello non sono state ancora depositate, facendo così decadere la misura cautelare. Mesina risulta già uscito dal carcere di Badu ‘e Carros accompagnato dalle sue avvocate, Maria Luisa Venier e Beatrice Goddi, ed è ora atteso nella stazione dei Carabinieri di Orgosolo.
“Finalmente respiro l’aria del mio paese. Sono felicissimo, non me lo aspettavo”, ha dichiarato Mesina al suo arrivo a Orgosolo, intorno alle 17.30, insieme all’avvocato Goddi. “È tutto cambiato in sei anni. Stavo andando alla vecchia caserma, anche quella è nuova”, ha detto sorridendo prima di entrare nella nuova sede che ospita la stazione dei Carabinieri. Mesina avrà l’obbligo di firma giornaliero e non potrà uscire dalla propria abitazione dalle 22 alle 6.
“Dal giorno del suo arresto nel giugno del 2013 ad oggi sono sei anni esatti e Graziano Mesina è ancora in attesa di giudizio – ha dichiarato il suo legale, Maria Luisa Venier – Deve uscire dal carcere per decorrenza dei termini della custodia cautelare. La legge dice che un cittadino in Italia non può essere detenuto più di sei anni in condizione di misura cautelare. Mesina è ancora in attesa di giudizio. La sentenza della Corte d’appello di Cagliari con le motivazioni non è stata ancora depositata. Per cui la Corte d’appello ha disposto la scarcerazione. Ora resta libero fino alla sentenza definitiva della Cassazione”, ha concluso l’avvocato.
Mesina, 77 anni, conosciuto anche con il soprannome di Grazianeddu, era finito in carcere sei anni fa perché ritenuto a capo dell’organizzazione che si occupa di traffico internazionale di droga. Era stato processato e con sentenza d’appello a Cagliari, nel 2018, e condannato a 30 anni di reclusione. L’arresto del 2016 aveva provocato anche la revoca della grazia chiesta nel 2003 e ottenuta nel 2004 su autorizzazione dell’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Nato a Orgosolo nel 1942, Mesina è stato uno dei principali esponenti del banditismo sardo nel Novecento, coinvolto in numerosi crimini che gli erano costati l’ergastolo e protagonista anche di innumerevoli evasioni. Al processo d’appello a Cagliari aveva rilasciato alcune dichiarazioni nelle quali si era dichiarato innocente. “Quando ho commesso reati – aveva detto davanti alla Corte – me ne sono sempre fatto carico e non sono mai stato capo neppure negli anni Sessanta. Ma dopo la grazia non ho mai fatto nulla di ciò di cui vengo accusato”.