Giacomo Oldrati, arrestato per sequestro di persona e lesioni gravissime, aveva segregato e seviziato la compagna che era stata costretta a gettarsi dalla finestra
“Tenetemi dentro, posso rifarlo”. Giacomo Oldrati non vuole uscire dal carcere. Lui che ha segregato in casa la sua fidanzata di 26 anni per quattro giorni, nel corso dei quali l’ha picchiata e seviziata, costringendola a gettarsi dalla finestra per scappare. Oldrati riconosce di avere problemi psichiatrici – per i quali era stato assolto in altri processi – e ha chiesto e ottenuto dal giudice di essere messo in condizione di non fare più del male a nessuno. Il 40enne di Milano, arrestato lo scorso 4 giugno per sequestro di persona e lesioni gravissime, rimarrà nel carcere di San Vittore, dove aspetta di potere iniziare un percorso terapeutico in una struttura sanitaria.
La richiesta di Oldrati è stata avanzata durante l’interrogatorio di garanzia. A prescindere dalle parole del 40enne, il giudice Ilaria De Magistris ha comunque accolto la richiesta del pubblico ministero Paolo Filippini che ha disposto la misura cautelare in carcere perché ha ritenuto che sussista il “pericolo di reiterazione del reato”. “Sì l’ho picchiata, l’ho rinchiusa, ho problemi psichiatrici”, ha detto Oldrati durante l’interrogatorio. Al giudice ha anche fatto l’elenco dei medici con cui è in cura per via della sua patologia. Sarebbe stato il suo disturbo mentale, a suo dire, ad annebbiargli la mente.
Durante i quattro giorni del sequestro ha preso a calci e pugni la fidanzata e l’ha costretta a immergersi nell’acqua gelata. Solo approfittando della distrazione dell’uomo, la ragazza è riuscita a fuggire buttandosi dalla finestra del primo piano del palazzo, procurandosi lesioni con una prognosi di quaranta giorni. Quando i poliziotti hanno tentato di arrestare Oldrani, poi, lui li ha aggrediti ed è stato necessario l’uso dello spray al peperoncino per fermarlo.
L’uomo era già stato accusato di sequestro di persona, tentato omicidio, violenza privata, lesioni personali e violenza sessuale nei confronti di quattro ragazze aggredite a Bologna nel 2012. Usava una sostanza tossica per drogare le vittime e le costringeva a subire atti umilianti e vessatori. Nel 2018, era stato assolto per incapacità di intendere e volere a causa di un disturbo bipolare ed aveva passato un periodo in un ex ospedale psichiatrico giudiziario. Di recente era stato dimesso ed era tornato a Milano, dove era seguito dai medici di un centro psicosociale.