“Minibot? Noi a Napoli abbiamo già chi ha deciso di battere moneta, quindi noi siamo pronti a pagarvi in talleri e sesterzi. Vi abbiamo anticipato”. Così, al convegno dei giovani imprenditori di Confindustria, il presidente della Regione Campani, Vincenzo De Luca, si rivolge scherzosamente al sottosegretario della presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ironizzando sui minibot, voluti dalla Lega, e sul progetto di ‘moneta parallela’ teorizzato nei mesi scorsi dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
De Luca, poi, attacca duramente la scelta di introdurre i navigator col reddito di cittadinanza: “Ho avuto due traumi durante questo governo. Uno è stato l’annuncio della scomparsa della povertà e voi potete immaginare l’onda di emozione che mi ha travolto. L’ultimo trauma è stato questa cosa dei navigator. Questa è la metafora di com’è ridotta l’Italia. Qualcuno di voi ha capito che cosa sono i navigator? Vediamo di immaginare concretamente la funzione di questi nuovi esemplari umani che sono apparsi. E‘ come se fossimo passati dai Neanderthal ai Sapiens. Il navigator concretamente che fa? – continua – Chi li seleziona questi qui? Non si capisce. E sulla base di quali criteri? Per fare che? Questi concretamente dove vanno la mattina? La verità è che stiamo parlando di una grande boiata e di una imbecillità totale. In Anpal già abbiamo centinaia di giovani professionalizzati, che sono precari. Quindi, il destino dei navigator è il nulla”.
E rincara: “Per dirla alla de Cervantes, noi stiamo avviando questi giovani per strade senza strade e per sentieri senza traccia. Cioè verso il nulla. La Campania non ha fatto richiesta dei navigator. Noi non li vogliamo. Teneteveli voi. Per due anni lavoreranno e poi andranno a ingrossare le fila dei precari”.
De Luca racconta quello che potrebbe succedere nella sua regione: “Tra due anni in Campania inevitabilmente i navigator daranno vita a un comitato di lotta per i precari navigator, che inevitabilmente arriveranno sotto le finestre della Regione Campania, con tanto di tamburi, di trombette e di pippe varie. Siccome questo percorso è già scritto, noi i navigator non li vogliamo. Questo lo dico a Giorgetti, che va a lavorare tutto tranquillo nel Sinedrio del governo a Palazzo Chigi. Noi abbiamo questa lunga tradizione dei comitati di lotta sotto le finestre del palazzo della Regione. E soprattutto in primavera e in estate la cosa diventa complicata, perché col bel tempo queste manifestazioni cominciano alle 9.00 del mattino e terminano al tramonto. Voi provate a lavorare coi tamburi di latta e coi fischietti sotto le finestre. E ogni 5 minuti si sente un grido di dolore“.
Il politico dem narra un aneddoto: “Mi è capitato di ricevere un pomeriggio l’ambasciatore sudcoreano e quel giorno c’era una di queste manifestazioni con tanto di tamburi. L’ambasciatore mi ha chiesto cosa succedeva e io, in uno slancio creativo, ho detto all’interprete: ‘Dica all’ambasciatore che è una manifestazione di folklore religioso‘”.
Nel finale, De Luca si rivolge nuovamente a Giorgetti, a cui esprime stima e simpatia: “Giorgetti commissario Ue? Io voterei cento volte per lui, ma sarei preoccupato per quelli che rimangono in Italia. Noi abbiamo guardato al suo impegno governativo con pena e con solidarietà. Lo abbiamo immaginato a governare il traffico lì, tra Toninelli, Bonafede e Bonanotte. Lo abbiamo accompagnato con solidarietà amorevole, come un figlio che andava in guerra”.
E si rivolge al sottosegretario leghista: “Da laico ho visto crisi mistiche, gente in giro coi crocifissi, immagini che mi hanno riportato alla mente il monaco Zenone col crocifisso ne “L’armata Brancaleone”. A Giorgè, dicci la verità. Ma che ci aspetta qui?“