Chi è la favorita? Quella che a inizio stagione era indicata da tutti come la sfidante numero uno di Milano nella corsa allo scudetto, oppure quella che l’Olimpia l’ha battuta e non perde da 22 partite consecutive? La risposta più scontata è la seconda, la Sassari di Pozzecco. Ma la considerazione da fare subito dopo è che la solidità e l’organizzazione difensiva della Venezia di De Raffaele sono il miglior antidoto all’esuberanza dei sardi. I primi responsi li avremo lunedì prossimo, quando comincerà la finale dei playoff di basket: in palio c’è il titolo di campione d’Italia, di fronte 4 gare da vincere e quindi potenzialmente 7 da giocare.
Venezia ci arriva espugnando in gara-5 di semifinale il Pala Radi di Cremona con un netto 79 a 69. Come in gara-4, il successo è frutto soprattutto di un primo quarto chiuso sul +13 anche grazie a 7 palle perse dei padroni di casa. La squadra di coach Sacchetti questa volta non ha saputo reagire, se non nei 5 minuti finali, quando ha fallito per due volte la tripla che avrebbe portato a due possessi dai veneti. Troppa ansia, troppa agitazione e tanta stanchezza per cercare di scalfire una Venezia che dopo essere andata sotto 2-1 nella serie, ha ritrovato Tonut ed è diventata una macchina.
Cremona chiude comunque a testa alta una stagione di gran lunga oltre le aspettative: vittoria della Coppa Italia, secondo posto in regular season e semifinale playoff persa dopo aver costretto a gara-5 la favorita, nonostante un roster sapientemente attrezzato ma comunque corto. I 30 secondi di standing ovation dei tifosi del Pala Radi per i propri giocatori sono il doveroso tributo a una squadra che a inizio anno forse nemmeno sognava di giocarsi una partita del genere.
Toccherà quindi a Venezia provare a fare quella che pare essere diventata una maledizione: battere Sassari. I veneti hanno dalla loro parte il fattore campo, hanno due gare in più nelle gambe ma anche una fiducia e un ritmo acquisiti proprio in queste ultime due sfide, dopo più di un mese passato a sonnecchiare. Se si riavvolge il nastro a inizio playoff, Sassarri è la sorpresa e Venezia è il pronostico rispettato.
Pozzecco è riuscito nell’impresa di buttare fuori l’Olimpia, la super-favorita. Dopo le celebrazioni, le 8 del mattino imposte come orario per rientrare a casa ai suoi giocatori nel post-festa, la Formica atomica in versione coach ha dovuto tentare di tenare alta la tensione per una settimana. Anche perché ora ha addosso la pressione della favorita e davanti l’avversario sulla carta più ostico.
Venezia infatti è in grado di rompere il ritmo di qualsiasi attacco, alla lunga. Lo sa Cremona che dopo gli 80 punti di gara-1 (comunque persa) non è più riuscita a raggiungere questa cifra. In più a un roster lunghissimo. De Raffaele sa che qualcuno i punti nelle mani li ha ogni partita: Daye pare tornato più in palla di prima, Bramos non ha mai il braccino, Tonut ha ricominciato a segnare. Ci sono pure Haynes e Vidmar, all’occorrenza (si fa per dire). Infine Watt, una carta importante da giocare per contrastare i 2 metri e 8 di Cooley. Ma la vera difficoltà sarà evitare che Smith, Thomas e Pierre tirino con più del 50% del campo, ridimensionare Gentile, Polonara e Spissu. Difesa contro attacco, l’eterna sfida nel basket e nello sport.