Economia

G20 di Fukuoka: “Crescita resta bassa”. Lagarde: “Minacciata da dazi Usa-Cina, ridurranno Pil globale 2020 dello 0,5%”

Le conclusioni del vertice tra i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali dei principali Paesi: c'è l'impegno a riformare la tassazione dei giganti del web. Confermate le prospettive di un'economia mondiale debole e dei rischi delle tensioni commerciali, in attesa del vertice tra i leader di Osaka dove ci sarà l'incontro tra Trump e Xi Jinping

“La crescita resta bassa”, viste le previsioni di aumento moderato del Pil globale sia per il 2019 che per il 2020 e “i rischi restano orientati verso il basso”. Il comunicato finale del G20 finanziario di Fukuoka conferma la situazione di difficoltà dell’economia mondiale e rimarca la preoccupazione per “le tensioni commerciali e geopolitiche” che si “sono intensificate”. Un concetto ribadito anche da Christine Lagarde, direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), la quale ha definito la guerra dei dazi “la principale minaccia” alla crescita. Secondo le stime del Fmi, le tensioni tra Usa e Cina “potrebbero ridurre il livello del Pil globale dello 0,5% nel 2020, ovvero circa 455 miliardi di dollari statunitensi”. Tra poche settimane, il 28 e 29 giugno, a Osaka si terrà il summit dei leader mondiali che vedrà, salvo sorprese dell’ultima ora, il faccia a faccia tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping.

Nelle conclusioni del vertice tra i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali dei principali Paesi industriali ed emergenti c’è anche la promessa di “raddoppiare” il loro impegno per riformare, entro la fine del prossimo anno, il sistema fiscale internazionale tendendo i considerazione i giganti di internet come Facebook e Google. Parlando di tassazione internazionale, i rappresentanti del G20 finanziario hanno affermato in una dichiarazione: “Raddoppieremo i nostri sforzi per una soluzione basata sul consenso con una relazione finale entro il 2020“.

Il quadro generale al termine della due giorni di incontri lo ha tracciato la numero uno del Fmi. Per Lagarde, la “strada da percorrere rimane precaria e soggetta a diversi rischi al ribasso”. La minaccia principale sono appunto le tensioni commerciali tra Washington e Pechino. “Un secondo rischio viene dal fatto che, con tassi di interesse molto bassi, i livelli del debito stanno aumentando in molte economie avanzate e i mercati emergenti rimangono vulnerabili a un improvviso cambiamento delle condizioni finanziarie”. “Per mitigare questi rischi – rimarca ancora Lagarde – ho sottolineato che la prima priorità dovrebbe essere quella di risolvere le attuali tensioni commerciali, compresa l’eliminazione delle tariffe esistenti ed evitarne di nuove, mentre dobbiamo continuare a lavorare per la modernizzazione del sistema commerciale internazionale”.

Una politica monetaria “dipendente dai dati e accomodante”, una politica fiscale che bilanci “crescita, debito e obiettivi sociali”, delle riforme strutturali, a partire “dall’apertura dei mercati alla promozione di una maggiore partecipazione delle donne nella forza lavoro”. È questa la ricetta secondo Lagarde per “gettare le basi per una crescita più forte e inclusiva“. Se questi tipi di misure fossero attuate congiuntamente, il Fmi stima un aumento del livello del Pil del G20 del 4% a lungo termine.

“Naturalmente – sottolinea poi Lagarde – è necessaria anche un’azione congiunta decisa in molti altri settori: nella tassazione internazionale, per garantire un sistema globale equo, sostenibile e moderno; nel settore finanziario, per garantire un sistema aperto e resiliente basato su standard internazionali concordati; e nell’area del debito, in particolare per i Paesi a basso reddito, in cui la cooperazione è essenziale per garantire trasparenza e sostenibilità”. “Abbiamo anche discusso dell’importanza di lavorare insieme per affrontare gli squilibri economici globali, che sono diventati sempre più concentrati nelle economie avanzate”, ha concluso la direttrice generale del Fmi.