Cinque anni fa era stata la “conquista” dei 5 Stelle di Filippo Nogarin, l’ingegnere aerospaziale che aveva battuto l’operaio-segretario Marco Ruggeri. Oggi, la riconquista: “Livorno torna rossa“, dicono in città. O quasi, rosé: perché se è vero che dopo gli ultimi anni all’opposizione il centrosinistra ha recuperato l’ex storica roccaforte dove nacque il Pci, lo ha fatto con un candidato indipendente, il giornalista televisivo Luca Salvetti. Per tutta la campagna elettorale, il neo-sindaco ha provato in tutti i modi a presentarsi come un candidato civico con tanto di lista d’appoggio, Casa Livorno. Una strategia che ha pagato. Al ballottaggio con il poliziotto in quota Fratelli d’Italia, Andrea Romiti, ogni velleità del centrodestra è stata spazzata via: 63 a 37 per cento. Risultato netto, ottenuto grazie ai voti degli elettori della lista di sinistra Buongiorno Livorno e all’astensione di quelli del M5s, che in gran parte hanno approfittato della prima vera giornata di sole per andare al mare. Appena eletto Salvetti ha annunciato di voler riaprire, fisicamente e metaforicamente, “la porta centrale del Comune” e durante la campagna elettorale aveva annunciato di voler subito convocare la “Tirrenica Mobilità” per ridiscutere la concessione dei 13mila parcheggi a pagamento introdotti dalla giunta Nogarin: un segnale in forte discontinuità con l’amministrazione a 5 Stelle.
Il sindaco senza tessera
Negli ultimi giorni di campagna elettorale per esempio è diventato virale un video in cui si vede proprio Salvetti discutere con un cittadino che gli chiede quali siano le soluzioni del Pd sulla discarica del Limoncino, a sud est della città, contro la quale il M5s si è sempre battuto (5 anni fa fu un cavallo di battaglia) – e sulla quale la giunta Nogarin, uscente, pochi giorni prima del ballottaggio ha presentato un ricorso al Tar contro l’ok della Regione. Ma alla domanda su “cosa farà il Pd”, Salvetti risponde: “Vai a chiederlo al Pd, io non sono di quel partito: non ho la tessera e parlo per me”. Gelo, qualche risata e molti brusii. Eppure, questo episodio può spiegare la strategia politica dei dem per riprendersi Livorno: candidare non un politico di apparato ma un civico dietro al quale nascondere il partito, un volto nuovo, non legato alle solite logiche correntizie che per decenni hanno governato la città provocando la sfiducia degli elettori e il tracollo del 2014.
E infatti il giornalista di Telegranducato alla fine è stato preferito alle candidature apparentemente più solide del consigliere regionale Francesco Gazzetti o dell’assessore all’Istruzione, Cristina Grieco. Eppure i voti all’ex “Partitone” alla fine sono arrivati: quasi 24mila dei 28mila voti ricevuti al primo turno da Salvetti, cioè il 29 per cento dei voti totali, sono andati al Partito democratico, che in Toscana sembra resistere ancora all’avanzata della Lega nel Centro Italia. In cambio, però, il partito chiederà al sindaco senza tessera qualche poltrona di peso: Grieco potrebbe diventare la vicesindaca, all’ex braccio destro di Enrico Rossi sulle questioni di occupazione e sviluppo Gianfranco Simoncini andrebbero l’assessorato al Lavoro mentre si sta pensando a Simone Lenzi (scrittore e voce dei Virginiana Miller) per la Cultura.
Decisivi i voti della sinistra di Buongiorno Livorno
Salvetti ha vinto al ballottaggio con il 64% e 42mila voti, circa 15mila in più rispetto al primo turno. Secondo i flussi elettorali, di YouTrend decisivo sarebbe stato l’apporto dei voti di Buongiorno Livorno, la lista di sinistra di Marco Bruciati che al primo turno aveva raccolto 12mila consensi, ma anche un’affluenza piuttosto bassa (50 per cento) anche se in linea con le elezioni del 2014. A pesare sul risultato finale anche l’astensione di 17mila elettori che avevano votato al primo turno e non sono tornati alle urne: molti sono elettori del Movimento 5 Stelle che, tramite l’ex vicesindaca Stella Sorgente, ha deciso di non dare indicazioni di voto. Il Pd quindi ha vinto grazie all’apporto delle liste alla sua sinistra e quindi, nonostante l’ampia maggioranza in consiglio comunale (8 seggi di margine), dovrà aprirsi alle battaglie ambientaliste e di lotta alla povertà portate avanti proprio da Buongiorno Livorno. E poi c’è un’altra grande incognita: che ne sarà del reddito di cittadinanza grillino, sperimentato proprio a Livorno? I dem sono contrari e la ritengono una misura “assistenzialista” ma sarà difficile spiegarlo a tutti quegli elettori che hanno dato fiducia a Salvetti solo al secondo turno.
La destra che non sfonda
Al ballottaggio quindi il “fronte democratico” sembra aver funzionato: il candidato del centrodestra, l’ispettore di polizia Andrea Romiti, esponente dei Fratelli d’Italia, ha raccolto solo 2mila voti in più rispetto al primo turno, confermando di fatto lo zoccolo duro di elettori del 26 maggio ma senza riuscire ad ampliarlo. Gli elettori grillini che il poliziotto aveva provato a corteggiare negli ultimi giorni della campagna elettorale non hanno risposto all’appello. “Ha vinto chi non vuole il cambiamento” è stata la reazione di Romiti dopo aver concesso la vittoria al proprio sfidante. Dopo ieri, dalla Livorno rosè il messaggio è chiaro: vanno bene i 5 Stelle ma la destra leghista, proprio no.