Una “ritrovata sintonia” e il dialogo sul “salario minimo“, ma prima partendo dall’abbassamento alle tasse. I segnali di intesa in vista del primo vertice di governo dopo settimane di tensioni, e soprattutto dopo le tornate elettorali, arrivano da entrambi i vicepremier. Che, per il momento, concordano sulla linea da seguire nelle prossime settimane. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, nella conferenza stampa sugli esisti dei ballottaggi, ha ribadito che le vittorie non influenzeranno gli “equilibri interni”. E ha anche detto di essere pronto a parlare con il collega Luigi Di Maio sull’altra proposta cara ai 5 stelle, ovvero il salario minimo. Entrambi, intervenendo in mattinata, hanno parlato della necessità di ridurre la pressione fiscale. Sul tavolo però stasera ci sarà soprattutto il mandato al premier Giuseppe Conte a trattare con l’Europa: “Servono unità di intenti e chiarezza di obiettivi” perché “attenzione a sfidare la Commissione Ue sulla procedura“, ha detto in un colloquio con il Corriere della sera. “Se viene aperta davvero, farà male all’Italia” e “rischiamo di andarcene tutti a casa. Di certo me ne vado io”. Questa sera alle 21, i tre si vedranno seduti tutti e tre intorno allo stesso tavolo. Da segnalare che Manfred Weber, candidato del Ppe alla guida della Commissione europea, intorno alle 14 ha lasciato Palazzo Chigi dopo circa un’ora di colloquio con Conte senza però rilasciare dichiarazioni.
Il negoziato con Bruxelles, sia per la possibile procedura di infrazione per debito eccessivo sia per le nomine, è uno dei macrotemi al centro del vertice. Poi ci sarà la questione rimpasto, altro argomento che potrebbe creare tensioni, oltre ovviamente all’impulso da dare a un’agenda di governo rallentata dalle ultime diatribe. Proprio su quest’ultimo punto si concentra Luigi Di Maio, ospite a Radio Cusano Campus. “Stasera mi aspetto un sì sul salario minimo“, “mi aspetto che la Lega ritiri gli emendanti che fermano la nostra proposta”, ha detto il capo politico M5s. “Mi aspetto un sì sulla riforma fiscale – ha aggiunto – al taglio dei privilegi parlamentari”. Il vertice di governo “andrà bene se rimetteremo al centro i cittadini“, ha concluso Di Maio.
Proprio sui cittadini e sui loro risparmi che “potrebbero essere messi a rischio” fa leva a anche Conte per evidenziare che un’eventuale sanzione dell’Ue “ci assoggetterà a controlli e verifiche per anni. Con il risultato di compromettere la nostra sovranità in campo economico”. Quindi il governo otterrebbe l’esatto contrario di quello che si è posto come obiettivo, sottolinea il premier parlando al Corsera. I timori espressi nella conferenza stampa di una settimana fa non sono sopiti: “Non vorrei che una Lega forte del risultato della consultazione europea si lasciasse prendere da prospettive di predominio“.
“Adesso mi accusano di essere ‘mattarelliano‘. Tra l’altro, essere in sintonia col capo dello Stato è un onore”, dice Conte. Il riferimento è a un atteggiamento dialogante nei confronti di Bruxelles che il presidente del Consiglio ritiene una strategia vincente rispetto al muro contro muro. Innanzitutto per quanto riguarda le nomine nella prossima Commissione: “Dobbiamo sapere che ci troveremo di fronte un Parlamento europeo molto diffidente. Lì passa chi ha la maggioranza più uno dei voti e noi non saremo in maggioranza. Le forze politiche interne non hanno capitalizzato i voti, a Strasburgo”. Così come dialogare conviene anche per evitare la procedura: “Quando si fa un negoziato bisogna avere nitido il risultato da raggiungere e mantenersi lucidi e tenaci. Non posso e non voglio assumermi la responsabilità di esporre il sistema-paese a rischi inutili”, ribadisce Conte. Affiora anche il malcontento per la questione minibot e gli attacchi al ministro dell’Economia Giovanni Tria, ritenuti appunto controproducenti rispetto “all’unità di intenti” che servirà mostra in europa. “Devo poter condurre insieme al ministro Tria il negoziato senza distonie e cacofonie“, chiarisce Conte.