“Sono contento perché Campobasso è una città che ha bisogno di rinascere, come tante città del sud e del nord. Faccio i miei complimenti al neo-sindaco M5s Roberto Gravina, ma di questa vittoria non faccio un trofeo. come hanno fatto altri politici questa mattina che si contavano le medaglie. Le città non sono trofei, ma un impegno coi cittadini per governare bene”. Sono le parole del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, ospite de “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus), a proposito della vittoria del candidato M5s Roberto Gravina ai ballottaggi di Campobasso.
E sottolinea: “A Roberto faccio i miei complimenti perché per 5 anni è stato consigliere comunale all’opposizione e quindi rappresenta una di quelle importanti risorse di esperienza per il M5s. Campobasso è una città che non è semplice da governare, il Molise è una regione in grande difficoltà ma noi ce la metteremo tutta. Accordo col Pd ai ballottaggi? Stamattina diranno che dove ha vinto il centrodestra il M5S ha votato a destra e dove ha vinto il centrosinistra il M5S ha votato a sinistra. In realtà i cittadini non hanno un marchio a fuoco, votano chi gli pare, decidono loro chi li deve amministrare. Mandare a Salvini un messaggio con scritto ‘bacioni da Campobasso’? Lasciamo perdere”.
Il ministro dello Sviluppo Economico, poi, si sofferma sulla situazione del M5s: “Come ho detto, della vittoria del M5s a Campobasso non faccio un trofeo, perché il Movimento non può illudersi che con una vittoria in un solo Comune o anche in dieci città sia tutto a posto. Dobbiamo migliorare alcune cose. Siamo un po’ vittime della nostra stessa fissazione. Per anni abbiamo detto che non dovevamo avere una organizzazione e quindi sostanzialmente tutte le cose arrivano a me come capo politico e basta, non esiste nient’altro tra il capo politico e gli iscritti del M5s. Serve un’organizzazione, servono dei riferimenti territoriali nelle regioni e nelle province”.
E aggiunge: “Ad ora non c’è nessuno di legittimato, anche se c’è tanta gente di buona volontà che prova a dare una mano. Se veramente vogliamo fare un favore all’Italia, dobbiamo dare un’organizzazione al Movimento, in modo che ci siano ruoli, responsabilità e progetti. Questo è un Movimento che non solo deve governare l’Italia per i prossimi 4 anni, ma deve dare una visione politica sull’ambiente, sulla mobilità, sulle tecnologie che nessun’altra forza politica è in grado di dare – continua – Ma per farlo servono, come in tutte le organizzazioni, ruoli e responsabilità. Nei prossimi mesi voglio mettere a posto l’organizzazione con persone che possano rispondere alle esigenze degli italiani. E a livello territoriale dobbiamo rafforzarci, includere, evitare che alcuni atteggiamenti escludano persone che vogliano avvicinarsi”.
Riguardo al vertice di stasera con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Matteo Salvini, Di Maio sciorina i suoi auspici: “E’ un vertice che andrà bene se rimetteremo in questa stanza i cittadini italiani, soprattutto i giovani. Abbiamo avuto qualche mese di tensioni e di problemi, non lo nego, ma i cittadini italiani sono preoccupati non per Salvini, Di Maio o Conte. Sono preoccupati perché vogliono delle risposte. Io stasera mi aspetto un sì sul salario minimo, si parte da 9 euro all’ora in su. Sono pronto a far approdare in Aula al Senato il provvedimento che mette fuori legge gli stipendi da 2-3 all’ora. Ci sono stati dei rallentamenti nella Commissione del Lavoro al Senato. Mi aspetto che la Lega ritiri gli emendamenti che provano a fermare il salario minimo”.
E prosegue: “Mi aspetto un accordo sull’abbassamento delle tasse e quindi un sì sul carcere ai grandi evasori e sulla lotta ai privilegi. Ad agosto deve essere completata la riforma sul taglio ai parlamentari: abbiamo già fatto la prima lettura costituzionale, entro la prima settimana di agosto sarà legge e quindi è finita per 345 parlamentari che dalla prossima legislatura non ci saranno più. L’altro punto è il taglio degli stipendi dei parlamentari ma siamo un po’ in ritardo. Mi aspetto quindi dei sì per riportare al tavolo gli italiani. Mi aspetto che stasera non si creino scontri tra Salvini, Di Maio, Conte. Per troppo tempo abbiamo parlato di parametri e di spread. Ma nessuno in Italia si ricorda degli imprenditori che si sono suicidati, 700 dal 2012, tante persone che non riesco a fare piu’ la spesa”.
Di Maio chiosa: “Questa è l’economia reale contro l’economia finanziaria. Se vogliamo parlare di Europa, parliamone, ma in termini di economia reale e non finanziaria. E’ importante l’economia finanziaria, ma stiamo dimenticando i valori importanti su cui ogni giorno i cittadini ci chiedono risposte”.