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Raffaele Sollecito: “Le aziende non vogliono assumere una persona come me. Amanda Knox? Non la sento da un po’”

"La mia vita è stata sempre marchiata da questa vicenda", ha raccontato ai microfoni di Radio Italia Anni '60

Raffaele Sollecito è stato assolto in Cassazione per l’omicidio di Meredith Kercher ma tornare alla normalità non è facile. A raccontarlo è stato lui stesso ai microfoni di Radio Italia Anni ’60: “La mia vita è stata sempre marchiata da questa vicenda – ha raccontato -. Ormai anche per una questione di autoconservazione non mi curo più dello sguardo della gente, a meno che non abbiano la volontà di parlarmi direttamente, cosa che ovviamente non mi dispiace. Ne ho la prova tangibile perché ho avuto anche proposte di lavoro molto interessanti anche dall’estero che poi sono sfumate con lettere scritte e protocollate, in cui mi è stato detto che non potevano assumere una persona come me per non avere pubblicità negativa”.

Amanda Knox? Non la sento da un po’ di tempo. Noi innamorati? No, siamo stati insieme per una settimana e poi sono passati dodici anni, ci siamo conosciuti così poco” ha raccontato il 35enne pugliese fra i principali protagonisti del processo per la morte di Meredith Kercher. “Purtroppo non ho più fiducia nella giustizia – ha aggiunto Sollecito -, ma non solo in quella italiana, anche in altri Paesi adottano escamotage per dare sicurezza al popolo anche quando non hanno certezze e in Italia la cosa è ancora più evidente. Per quello che ho visto ho veramente scarsissima fiducia. Nessuno mi ha chiesto scusa. Mai avuto risarcimenti per tutto quello che mi è accaduto, anzi ci siamo indebitati in maniera distruttiva e ne stiamo ancora pagando le conseguenze”.