“Io, noi, siamo Ivan Golunov”. Con questo identico titolo, i tre principali quotidiani economico-liberali russi, Vedomosti, RBK e Kommersant, hanno aperto le prime pagine di oggi. I giornali hanno così manifestato la propria solidarietà nei confronti di Golunov, il giornalista arrestato venerdì scorso con l’accusa di tentato spaccio di stupefacenti. L’uomo era un reporter d’inchiesta del giornale Meduza, molto noto per le sue inchieste contro la corruzione. Oggi, Pavel Chikov, il capo dell’associazione internazionale per i diritti umani Agora, ha fatto sapere che il ministero dell’Interno non hanno trovato sostanze narcotiche e psicotrope nei campioni presi dalle mani e dalle unghie del giornalista. Anche il test delle urine è risultato negativo.
“Non riteniamo convincenti le prove della colpevolezza di Ivan Golunov presentate dall’inchiesta e le circostanze della sua detenzione fanno sorgere seri dubbi sul fatto che la legge sia stata violata durante le indagini”, scrivono congiuntamente le tre testate. “Non escludiamo che il fermo e il successivo arresto di Golunov siano connessi alla sua attività professionale. Chiediamo di controllare dettagliatamente se le azioni degli agenti del ministero degli Interni responsabili dell’arresto di Golunov abbiano rispettato la legge e insistiamo che siano forniti i risultati della verifica ai media”.
“Negli ultimi mesi Ivan era stato vittima di minacce collegate a un pezzo che stava scrivendo e noi sappiamo quale e immaginiamo da chi possano arrivare le minacce”, hanno scritto i responsabili di Meduza. Il cronista ha negato di aver mai visto le buste di droga sequestrate dalla polizia. Secondo il suo avvocato, Dmitry Dzhulai, sarebbero stati gli agenti a piazzare le sostanze addosso al suo cliente, probabilmente nel momento stesso in cui lo hanno fermato.
Intanto, la testata Baza e la Ong Transparency International hanno riferito che il colonnello della polizia Andrey Shchirov, i cui subalterni hanno arrestato Golunov, possiede terreni nella regione di Mosca per un controvalore pari a 50-70 milioni di rubli (tra 750mila e 1,1 milioni di dollari). Sono almeno dieci gli appezzamenti di terra intestati a Shchirov e sua madre in tre diversi quartieri della città. La donna possiede anche una Volvo XC90 del valore di circa 61mila dollari. Un patrimonio, secondo i giornalisti, decisamente sproporzionato rispetto allo stipendio annuale del colonnello, che si aggira intorno ai 15mila dollari. Transparency International ha dichiarato che presenterà una denuncia per chiedere ai magistrati russi di determinare il rapporto tra il valore delle proprietà di Shchirov e il suo reddito legale.