Il Tribunale del Riesame di Bari ha disposto la scarcerazione di Cosmo Antonio Giancaspro, con concessione degli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trani in cui l’ex patron del Bari Calcio è accusato di essere il promotore di una associazione per delinquere finalizzata a riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta. In particolare Giancaspro secondo l’accusa, da dirigente occulto della Vigor Trani Calcio, avrebbe finanziato la società sportiva ottenendo in cambio dal Comune la gestione dello Stadio e la promessa di altri appalti.
Giancaspro era in carcere dal 17 maggio e da ieri pomeriggio è ai domiciliari. I giudici del Riesame hanno parzialmente accolto l’istanza dei difensori, il professor Vito Mormando e l’avvocato Raffaele Troiano, ritenendo attenuate le esigenze cautelari. Per Giancaspro erano stati disposti i domiciliari anche per un’altra vicenda, quella relativa alla bancarotta fraudolenta della società Finpower e una presunta estorsione. Su questo secondo procedimento della magistratura barese è già in corso il processo.
Nell’udienza di oggi in Tribunale a Modugno, i difensori di Giancaspro hanno chiesto la revoca della misura cautelare. I giudici si sono riservati. Nella stessa udienza il Tribunale ha disposto una perizia tecnico-contabile rinviando al 18 giugno il conferimento dell’incarico peritale. Stando alle indagini coordinate dal pm Giuseppe Dentamaro, Giancaspro avrebbe dissipato beni aziendali per oltre 10 milioni di euro, in concorso con l’imprenditore campano Giovanni Ferrara, legale rappresentante della Finpower, anche lui imputato. L’altra accusa di estorsione riguarda il tentativo di bloccare un decreto ingiuntivo di un creditore della FC Bari 1908. Per farlo l’ex patron del Bari Calcio si sarebbe servito di Orlando Malanga, ex gestore di un bar su una spiaggia barese e ritenuto dagli inquirenti vicino a clan della città (a processo con rito abbreviato).