Sono attesi a Cagliari nei prossimi giorni – come riporta il quotidiano La Nuova Sardegna – gli ispettori del ministero della Giustizia per chiarire le cause del mancato deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado per Graziano Mesina, l’ex primula rossa del banditismo sardo, ritornato libero dopo una condanna a 30 anni di carcere, anche se lui si è sempre professato innocente. A 77 anni, Mesina, è, infatti, rientrato nella “sua” Orgosolo (Nuoro). Mesina, in carcere dal giugno del 2013 per traffico internazionale di droga, l’anno scorso al processo d’appello a Cagliari era stato condannato a 30 anni di carcere, ma è stato scarcerato per decorrenza dei termini: le motivazioni della sentenza, infatti, non sono ancora state depositate.
“La legge dice che un cittadino in Italia non può essere detenuto più di sei anni in condizione di misura cautelare – aveva spiegato all’Ansa l’avvocata Maria Luisa Venier, una delle due legali di Mesina (l’altra è Beatrice Goddi, che l’ha accompagnato dal carcere a Orgosolo) -. Mesina è ancora in attesa di giudizio, ora resta libero fino alla sentenza definitiva della Cassazione”. Mesina è stato uno dei principali esponenti del banditismo sardo nel Novecento, coinvolto in numerosi crimini che gli erano costati l’ergastolo e protagonista anche di diverse evasioni. Al processo d’appello a Cagliari aveva rilasciato alcune dichiarazioni nelle quali si era dichiarato innocente. “Quando ho commesso reati – aveva detto Mesina davanti alla Corte – me ne sono sempre assunto le responsabilità. Ma dopo la grazia non ho mai fatto nulla di ciò di cui vengo accusato. Mi mantenevo con vari lavori, rilasciando interviste a pagamento ai giornalisti oppure facendo altre attività”.
Ma stando alla ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, vi erano due associazioni a delinquere, una con base a Cagliari e l’altra a Orgosolo, che avrebbero avuto ai propri vertici proprio Mesina. Il blitz delle forze dell’ordine era scattato il 10 giugno 2013 con l’arresto delle due bande (26 affiliati in tutto) e la contestazione dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga dall’Italia alla Sardegna, ma anche estorsioni e altri gravi reati. Per Mesina ora è stato disposto l’obbligo di firma giornaliero e non potrà uscire dalla propria abitazione dalle 22 alle
Giustizia & Impunità
Graziano Mesina scarcerato, ispettori in Sardegna per mancato deposito delle motivazioni
L'ex primula rossa del banditismo sardo è ritornato libero nei giorni scorsi dopo una condanna a 30 anni di carcere anche se lui si è sempre professato innocente
Sono attesi a Cagliari nei prossimi giorni – come riporta il quotidiano La Nuova Sardegna – gli ispettori del ministero della Giustizia per chiarire le cause del mancato deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado per Graziano Mesina, l’ex primula rossa del banditismo sardo, ritornato libero dopo una condanna a 30 anni di carcere, anche se lui si è sempre professato innocente. A 77 anni, Mesina, è, infatti, rientrato nella “sua” Orgosolo (Nuoro). Mesina, in carcere dal giugno del 2013 per traffico internazionale di droga, l’anno scorso al processo d’appello a Cagliari era stato condannato a 30 anni di carcere, ma è stato scarcerato per decorrenza dei termini: le motivazioni della sentenza, infatti, non sono ancora state depositate.
“La legge dice che un cittadino in Italia non può essere detenuto più di sei anni in condizione di misura cautelare – aveva spiegato all’Ansa l’avvocata Maria Luisa Venier, una delle due legali di Mesina (l’altra è Beatrice Goddi, che l’ha accompagnato dal carcere a Orgosolo) -. Mesina è ancora in attesa di giudizio, ora resta libero fino alla sentenza definitiva della Cassazione”. Mesina è stato uno dei principali esponenti del banditismo sardo nel Novecento, coinvolto in numerosi crimini che gli erano costati l’ergastolo e protagonista anche di diverse evasioni. Al processo d’appello a Cagliari aveva rilasciato alcune dichiarazioni nelle quali si era dichiarato innocente. “Quando ho commesso reati – aveva detto Mesina davanti alla Corte – me ne sono sempre assunto le responsabilità. Ma dopo la grazia non ho mai fatto nulla di ciò di cui vengo accusato. Mi mantenevo con vari lavori, rilasciando interviste a pagamento ai giornalisti oppure facendo altre attività”.
Ma stando alla ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, vi erano due associazioni a delinquere, una con base a Cagliari e l’altra a Orgosolo, che avrebbero avuto ai propri vertici proprio Mesina. Il blitz delle forze dell’ordine era scattato il 10 giugno 2013 con l’arresto delle due bande (26 affiliati in tutto) e la contestazione dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga dall’Italia alla Sardegna, ma anche estorsioni e altri gravi reati. Per Mesina ora è stato disposto l’obbligo di firma giornaliero e non potrà uscire dalla propria abitazione dalle 22 alle
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Giustizia & Impunità
L’Italia arresta e poi scarcera il comandante libico accusato di torture dalla Corte dell’Aja. Tutti i dubbi sul ruolo del ministero di Nordio
Zonaeuro
Von der Leyen a Davos invoca l’unità europea e si appella a Trump: ‘Negoziamo, rompere non conviene’. Zelensky: ‘Ue si dia una mossa, alzi la voce con gli Usa’
Politica
Ucraina, M5s e Avs: “Stop all’invio di armi, no agli attacchi in Russia”. Ma Pd: “Rispettare impegni presi”
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Perchè il capo della polizia giudiziaria libica Almasri arrestato sabato a Torino, per la Corte Penale Internazionale colpevole di crimini di guerra e contro la dignità umana, è stato scarcerato e rimandato in Libia? È una pagina inquietante, il governo deve spiegazioni". Così su X Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Meloni non doveva fare la guerra in tutto il globo terracqueo ai trafficanti di esseri umani e arrestarli? Oggi invece ha liberato il trafficante e torturatore libico Almasri Habish e lo ha rimandato in Libia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale. Che vergogna Giorgia Meloni". Lo dichiara il coportavoce nazionale di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Rimaniamo in attesa della conferma ufficiale e della motivazione che ha portato alla scarcerazione del trafficante di esseri umani libico arrestato nei giorni scorsi a Torino". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"Naturalmente se questo personaggio potrà lasciare tranquillamente l’Italia invece di essere consegnato alla Corte Penale Internazionale per essere giudicato sarà chiaro a tutti - alla CPI, all’Interpol, alla comunità internazionale e ai cittadini del nostro Paese - che l’attuale governo italiano, Meloni, Nordio, Piantedosi proteggono i trafficanti di esseri umani e i torturatori libici".
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "È gravissimo che il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, arrestato domenica scorsa a Torino, sia stato rilasciato e rinviato in Libia, nonostante ci sia un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Presentiamo una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in aula già nelle prossime ore”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "La vicenda della scarcerazione del generale Almasri è gravissima. Domani mattina chiederemo conto al Ministro Nordio in aula di questa scelta che a noi sembra assurda. Cosa c’è sotto?". Così Matteo Renzi sui social.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - “Per il ministro Salvini, dal primo di gennaio i ritardi ferroviari sono tutta colpa dell'eversione e del sabotaggio. Peccato che i dati dell’ultimo trimestre, senza catene sulla linea, senza sabotaggi, senza esposti, dicano che il 72 % dei treni ad alta velocità è arrivato in ritardo, che il Frecciargento Bari - Roma non è mai arrivato in orario e che il Frecciarossa Reggio Calabria - Milano ha avuto un ritardo medio di 46 minuti, con picchi di 468 minuti". Lo ha dichiarato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, rispondendo all’informativa del ministro Salvini sul trasporto ferroviario.
"I rimborsi complessivi dovuti a Trenitalia per ritardi dei treni sono superiori a 100 milioni di euro l'anno: circa 8 milioni e mezzo di euro al mese. Davanti a questa situazione emergenziale, ancora una volta il Ministro evita di discutere in aula la sua strategia dei trasporti. Avremmo voluto sapere dal Ministro se conferma la scelta di aumentare l’offerta dell’alta velocità, atteso il fatto che questo aumento contrae la possibilità di manutenzione ordinaria e quindi la prevenzione dei guasti".
"Soprattutto perché, se su quella stessa rete si pensa di mettere un terzo operatore, l'usura sarà ulteriormente esasperata. È su questo che avevamo chiesto un'informativa del Ministro: sui ritardi, sui guasti, sui disagi, sulle strategie per le politiche del trasporto pubblico in Italia, non sugli esposti sacrosanti. Ancora un’occasione perduta”.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare". Così la segretaria del Pd Elly Schlein