I fatti risalgono al periodo tra il 2012 e il 2016. Bambini e adulti diversamente abili, fisici o psichici, andavano lì con l’obiettivo di passare dei bei momenti con i cavalli, ma in alcuni casi l'esperienza si era rivelata un incubo
I “Cavalieri senza testa” gestivano una struttura riabilitativa di ippoterapia. Bambini e adulti diversamente abili, fisici o psichici, andavano lì con l’obiettivo di passare dei bei momenti con i cavalli e trarre del giovamento. Per alcuni di loro, però, quell’esperienza era diventato un incubo. Venivano insultati, vessati, talvolta picchiati e puniti. Per questa ragione Paolo Franchino, 46enne responsabile della cooperativa “I Cavalieri senza testa” che gestiva le attività del centro all’interno del parco naturale Monte San Giorgio a Piossasco (Torino), è finito a processo per maltrattamenti aggravati. I fatti risalgono al periodo tra il 2012 e il 2016. Nei suoi confronti la procura di Torino, pm Fabiola D’Errico, ha chiesto una condanna a sei anni, mentre gli avvocati di cinque giovani frequentatori del centro, Anna Ronfani, Marcello Ronfani e Anna Cagia, hanno chiesto un risarcimento da stabilire in sede civile. La sentenza è attesa per il 4 luglio prossimo.
“Ho trovato il mio bambino seduto su una sedia sotto il sole senza riparo e senza cappellino. Piangeva in maniera disperata – aveva raccontato a “Chi l’ha visto” la madre di un bambino di tre anni e mezzo -. Il Franchino mi dice che il bambino aveva tirato una pietra a un altro bambino e per punirlo lo aveva fatto sedere su una sedia dove io l’avevo trovato. Era lì da un’ora e mezza”. Inoltre era stato lasciato a digiuno: “Ha aggiunto che siccome i bambini stupidi e cretini non avevano diritto di mangiare, aveva dato la sua merenda al cane e gli aveva buttato via l’acqua”. Alcuni bambini hanno raccontato di essere stati insultati, tirati per i capelli. A qualcuno Franchino avrebbe anche chiuso la bocca con lo scotch. C’è poi anche la storia del “razzo del recinto”, un giovane che nel 2012 veniva rinchiuso in un bungalow, legato a una sedia, oppure chiuso in un recinto delle galline o in quello dell’orto. Tre testimoni hanno raccontato al giudice Potito Giorgio di aver assistito a una scena di violenza: Franchino stava picchiando uno dei giovani sul sedile posteriore di un’auto, dalla quale è stato trascinato a terra per poi essere lasciato su un prato. Il gestore del centro si era messo in macchina per ripartire e soltanto una donna, una delle testimoni, suonando il clacson l’ha obbligato a tornare indietro per riprendere il bambino. Un altro, invece, al suo secondo giorno di frequentazione del centro, si era perso nel bosco: Franchino (difeso dagli avvocati Chiara Luciani e Federico Caporale) ha raccontato di essere andato a cercarlo insieme agli altri piccoli, ma di non averlo trovato. Fu ritrovato soltanto molte ore dopo da alcune persone che hanno chiamato i carabinieri, mai allertati dal responsabile del centro ippoterapeutico.
Il gestore del centro ippoterapeutico e due collaboratori, inoltre, stanno affrontando un processo per calunnia ai danni dei carabinieri della stazione di Piossasco. I militari avevano contestato al centro di aver offerto una merenda a una scolaresca, attività per la quale non avevano autorizzazioni, e di aver installato abusivamente due pannelli pubblicitari in una rotonda. Il centro era stato multato, ma anziché contestare la sanzione, gli uomini avevano denunciato i carabinieri accusandoli di falso in atto pubblico.