Un colpo dall’alto, probabilmente sparato dal balcone di casa, ha raggiunto Ion Stavila alle spalle. È morto così il cittadino moldavo di 24 anni freddato nella notte tra giovedì e venerdì a Pavone Canavese, nel corso di un furto a una tabaccheria. Quanto emerge dall’autopsia, eseguita questa mattina a Strambino dal medico legale Roberto Testi, non combacia con la ricostruzione del tabaccaio.
Il commerciante quindi non sarebbe sceso in cortile durante il furto e non avrebbe sparato dopo una colluttazione con i ladri con il suo Revolver 357, regolarmente detenuto. Il procuratore Giuseppe Ferrando lo interrogherà nuovamente: allo stato è indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Ma con questi risultati la contestazione potrebbe cambiare. Secondo i primi esiti dell’autopsia, la ferita sul petto del moldavo non è il foro di ingresso, ma quello d’uscita del proiettile. Il ladro sarebbe stato quindi colpito mentre si trovava sul marciapiede, dove è stato trovato già morto dalla polizia. Il tabaccaio, che nel primo interrogatorio in procura si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per questa sera, intanto, i commercianti hanno organizzato una fiaccolata di solidarietà con il tabaccaio.
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, gli aveva espresso “solidarietà totale”. Il 7 giugno scorso, secondo la prima ricostruzione, tre ladri si erano introdotti di notte nella tabaccheria di Pavone Canavese. Bonvin, sentiti i rumori, aveva ha preso la sua pistola e sparato, secondo la sua versione, per metterli in fuga. L’uomo, che in passato aveva subito diversi altri furti e rapine, è stato iscritto nel registro degli indagati.
La legge sulla legittima difesa, approvata in via definitiva a fine marzo, prevede che la difesa sia legittima quando una persona “compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone”. In pratica, è sufficiente che il ladro minacci di essere armato per potersi avvalere della legittima difesa. Inoltre, un maggiore peso è dato al fattore psicologico. La legge prevede che non possa essere punito per eccesso colposo chi ha agito in “stato di grave turbamento”, cioè perché è turbato “dalla situazione di pericolo in atto”.