Qualche piccolo ruolo al cinema, tantissime commedie brillanti a teatro ma soprattutto un paio di interpretazioni televisive nell’epoca d’oro dei Sessanta che l’hanno resa volto celebre e amato
Valeria Valeri è morta. Aveva 97 anni. Una vita e una voce formidabile da attrice e doppiatrice. Qualche piccolo ruolo al cinema, tantissime commedie brillanti a teatro ma soprattutto un paio di interpretazioni televisive nell’epoca d’oro dei Sessanta che l’hanno resa volto celebre e amato. La Valeri iniziò a calcare i palcoscenici già negli anni Quaranta dopo aver rifiutato a 22 anni un posto da annunciatrice radiofonica (l’insegnante del corso era una certa Elsa Merlini…). Teatro di prosa più classico in scena con Gino Cervi, poi l’incontro con Enrico Mario Salerno sul finire dei Cinquanta.
I classici russi, Shakespeare, ma anche testi di impegno civile proprio con Salerno in Sacco e Vanzetti. Con l’attore che non amava Stanislavskij Valeri fece coppia fissa anche nella vita, ebbe una figlia (Chiara), ma mai si sposarono. Eppure è proprio con Salerno che la Valeri ebbe grande successo in tv, appena dopo aver conquistato l’audience popolarissima con il Giornalino di Gian Burrasca, dove era la mamma di una Rita Pavone travestita da monello, e in coppia con Ivo Garrani (socio di Salerno nell’importantissima Compagnia Attori Associati).
È del 1968, infatti, l’interpretazione di Marina, la moglie dell’architetto Alberto, in quella che va definita come l’antesignana delle contemporanee fiction tv: La famiglia Benvenuti. Tredici episodi per due stagioni con creazione e regia di Alfredo Giannetti, la Valeri è l’appassionata mamma di due figli che crescono negli anni della contestazione (uno è Valerio Fioravanti ancora attore prima di diventare terrorista nero). Ma se c’è un aspetto peculiare nella carriera della Valeri è l’ambito del doppiaggio. Perché Valeri, con la sua voce penetrante e decisa, ma anche tragicamente addolorata, fu in grado di fornire la versione italiana di Betsy Blair ne I delfini di Maselli o della Vlady ne L’ape regina di Ferreri, ma soprattutto si fa “alibi” di una bella voce per diverse attrici italiane non sicurissime del proprio timbro (la Cardinale vi dice niente?). Valeri doppiò infatti, tra le altre, Antonella Lualdi (I disordine) e Lea Massari (La prima notte di quiete) grazie al salto di qualità nel diventare voce della CDC di Emilio Cigoli.
La nitida tonalità di Valeri la ritroviamo poi in parecchio cinema degli anni settanta, ma anche più recente, fino ai giorni nostri: da Natalie Wood de La Grande corsa a Maggie Smith in Invito a cena con delitto, o in più piccole parti per film hollywoodiani anni duemila come In her shoes e Vizio di famiglia. Dagli anni settanta, dopo aver lavorato in commedie di Garinei e Giovannini e di Terzoli/Vaime, inizia un sodalizio teatrale memorabile con Paolo Ferrari con cui interpreterà commedie brillanti per decenni tra queste Fiore di Cactus e Gin Game. Negli anni duemila è apparsa in diverse serie tv tra cui Un Medico in famiglia, ed ha fatto parte del cast di Portamitanterose.com con i ragazzi di Amici di Maria De Filippi. In un’intervista dichiarò: “Sono arrivata a essere nella Treccani e quando uno che fa il mio mestiere finisce nei libri, ha raggiunto il traguardo”