Trentacinque secondi di video. Un’allegra famigliola che prende il sole sul terrazzo di uno chalet. Una valanga che da lontano si avvicina gonfiandosi sempre più. Il padre che tranquillizza tutti, ma poi colto dal panico fugge via lasciando moglie e figli sotto quella che si rivela essere una valanga controllata. Il breve filmato sta facendo in queste ore il giro del web e sull’onda di hashtag come #fridayforfuture e #climatechange è diventato il simbolo dell’incuria e del menefreghismo dell’uomo di fronte ai cambiamenti climatici.
Something about this video ? Parents claim that it is controlled ? The kid starts to cry out but no one listens. When disaster finally comes, the kid is abandoned. Let us pay attention to #climatechange #FridaysForFuture @GretaThunberg @PedazoUG @annaxsmg @HollyWildChild pic.twitter.com/YjkLazj5Lh
— Vash4Change?? (@vanessa_vash) 9 giugno 2019
Così come fosse una ripresa casuale da un qualunque smartphone rimasto acceso. Invece per una volta, volontariamente o meno, lo scherzo è riuscito. Perché quei trentacinque secondi non sono altro che una sequenza del film Forza maggiore diretto dallo svedese Ruben Ostlund. Film che nel 2014 ha partecipato alla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes. E che all’epoca, almeno tra i non proprio sparuti spettatori dei circuiti d’essai dov’è uscito, colpì moltissimo. Proprio perché il padre, il classico maschio alfa, spavaldo, superficiale, e sicuro di sé mostra un alto tasso di individualismo e lascia moglie e due figli piccoli, che stava rassicurando fino a pochi secondi prima, alla mercé della morte, anche se nella sequenza successiva scopriremo che non c’era alcun pericolo di vita.
Nelle intenzioni di Ostlund, anche sceneggiatore del film girato a Les Arcs 1800, il film raccontava della perdita di centralità del maschio, di come l’uomo contemporaneo fosse vittima dei propri istinti rinnegando qualsiasi approccio altruista e mediato culturalmente nelle situazioni di crisi e di sopravvivenza estrema. Tanto che Ostlund in diverse interviste dopo l’uscita del film aveva dichiarato che uno dei tanti dati di cronaca che l’avevano sorpreso durante le ricerche prima della scrittura di Forza Maggiore era l’alto tasso di sopravvivenza degli uomini durante le catastrofi dei traghetti. Insomma, nulla di inerente ai cambiamenti climatici. Solo che la sequenza è diventata virale e i commenti si sono susseguiti dimenticando per un attimo la preziosa sintesi visiva di Ostlund.
Regista che, peraltro, nel 2017 ha vinto la Palma d’Oro a Cannes con The square, sarcastico ritratto sul mondo dell’arte contemporanea e ancora una volta sulle profonde e intime paure, con annesse reazioni sconsiderate, del maschio quarantenne, bianco e progressista di oggi. Una curiosità. Per chi ha visto Forza maggiore, e per chi non l’ha ancora fatto, il film è zeppo di momenti che Ostlund ha “trovato” su Youtube in forma amatoriale. Come ad esempio la sequenza in sottofinale in cui l’autista del pullman, su cui si trova la famigliola protagonista che sta tornando a casa, affronta con scelleratezza e imprecisione i tornanti mostruosi di una strada in discesa.