Le relazioni pericolose tra Paolo Arata e l’ex sottosegretario della Lega Armando Siri sono più antiche di quello che era apparso due mesi fa. E risalgono a prima dell’elezione di Siri al Senato. Il dettaglio emerge dall’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere Arata insieme a Vito Nicastri, considerato tra i finanziatori del boss Matteo Messina Denaro. In una delle informative citate dall’ordinanza del gip Guglielmo Nicastro si legge che il 23 dicembre del 2017 il “signore del vento” “sollecitava Arata a far intervenire Siri in relazione a un sostegno nei confronti di una persona dagli stessi sponsorizzata”. In pratica Arata doveva chiedere a Siri d’intervenire sugli esponenti del Carroccio siciliani per facilitare i loro affari. Una sorta di sponsorizzazione da parte dell’ideologo della flat tax, già molto influente ai vertici del partito di Matteo Salvini. Saranno proprio i legami con Arata a inguaiare Siri (nella foto), indagato per corruzione nella tranche dell’inchiesta finita per competenza a Roma: l’ipotesi è che abbia intascato una mazzetta da 30mila euro proprio per agevolare il business delle energie rinnovabili, tanto caro ad Arata e Nicastri.

“Arata ha portato in dote a Nicastri attuali influenti contatti con la Lega” – Ma quanti sono gli esponenti della Lega entrati nella sfera del potentissimo Arata, munito  – come annotano gli inquirenti – di “una importante rete di rapporti istituzionali”? La Dda di Palermo,  negli atti riportati in ordinanza dal giudice, usa il plurale: “Dalle attività di indagine è emerso che Arata ha portato in dote alle iniziative imprenditoriali con Nicastri gli attuali influenti contatti con esponenti del partito della Lega, effettivamente riscontrati e spesso sbandierati da Arata medesimo”. Che come sottolinea il gip “ha fatto tesoro della sua precedente militanza politica, in Forza Italia per trovare canali privilegiati di interlocuzione con esponenti politici regionali siciliani ed essere introdotto negli uffici tecnici incaricati di valutare, in particolare, i progetti relativi al bio-metano“. 

Gli appuntamenti con gli assessori: “Mi manda Micciché”- Autore del programma energetico della Lega, ex parlamentare di Forza tra il 1994 e il 1996, Arata aveva entrature ad alti livelli. E infatti a  introdurre lui e il figlio Francesco (arrestato a sua volta insieme al figlio di Nicastri, Manlio) negli uffici dell’Assessorato alle Attività produttive della Regione siciliana, guidato dall’assessore Mimmo Turano, sarebbe stato il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè (già sentito dagli inquirenti nelle scorse settimane, ndr). Sono gli stessi Arata, parlando con un interlocutore, a vantarsene. A “Turano – prosegue il gip – gli stessi avevano riferito delle loro co-interessenze con Vito Nicastri, dicendogli di averlo conosciuto come valente ed esperto imprenditore del settore energetico e di ritenere che proprio tale “legame” fosse la ragione della diffidenza mostrata da alcuni Uffici regionali nei confronti dei progetti della Solgesta s.r.l.”. Paolo Arata e il figlio Francesco, dopo un incontro Turano avevano raccontato, riporta sempre il gip, “l’esito favorevole dell’incontro con quell’importante esponente del Governo regionale siciliano, che aveva avuto nei loro confronti un approccio amichevole e si era detto disponibile a sostenere politicamente i loro progetti nell’ambito del bio­metano”. “Dal colloquio emergeva, peraltro, che era stato proprio Tinnirello (il funzionario regionale arrestato oggi, ndr) che evidentemente sapeva dei buoni rapporti tra l’onorevole Miccichè e Paolo Arata, ad avvisare quest’ultimo della presenza presso gli Uffici dell’Assessorato all’Energia del Presidente dell’Ars, cosicché avrebbe potuto incontrarlo ed essere introdotto presso l’Assessore Regionale Pierobon“.

L’intercettazione: “Micicché preoccupato ma io sponsorizzato” – In un’altra conversazione intercettata Paolo Arata riferisce al figlio e al figlio di Nicastri i contatti e gli appuntamenti in agenda. “Poi vedo… vedo… domani mi fissano l’appuntamento con Cordaro quello del  Via (valutazione di impatto ambientale, ndr), e mercoledì mattina vado invece da Todaro , quello dell’industria… che è quello che Micciché gli ha dato le disposizioni per… Turano Si, che ci diamo del tu… è importante?”. Salvatore Cordaro è l’assessore regionale al Territorio e l’Ambiente, vicino all’ex governatore Totò Cuffaro. Di lui gli Arata si lamentavano perché “sembrava snobbarli benché gli fossero stati raccomandati da Pierobon e Miccichè”. Per quegli incontri, Nicastri junior si raccomandava di tenere fuori l’ingombrante cognome del padre: “Tu devi forzare sul fatto che Nicastri non c’è”. “Siccome Gianfranco, però, non è uno stinco di santo”, replica Arata. “Si ma Gianfranco non sa fare niente… è un incompetente”, dice il figlio di Nicastri. “Si però io sono sponsorizzato, stai attento, però, io sono stato portato, per quello che vi voglio parlare là. Io sono stato portato da Gianfranco, da Dell’Utri. Turano quando ha chiamato Gianfranco, Gianfranco è stato molto determinato“. Micciché, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, è il viceré siciliano di Silvio Berlusconi. Dell’Utri, invece, è Alberto, fratello gemello dell’ex senatore condannato in via definitiva per concorso esterno a Cosa nostra. “Io – ripete Arata per tranquillizzare Nicastri junior – sono stato portato da Gianfranco da Dell’Utri, che non è unoche con questi problemi non ci naviga”. Come dire: se a presentarlo al leader di Forza Italia è stato un condannato per fatti di mafia, la presenza di Nicastri non doveva poi dare così tanto fastidio.

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