Nel frattempo, rischia di ricominciare da zero l'iter per la nomina del nuovo procuratore di Roma, dopo la bufera che ha investito il Consiglio superiore della magistratura sull'onda dell’inchiesta di Perugia. Cioè da una nuova deliberazione della Commissione per gli incarichi Direttivi
Il consigliere del Csm Gianluigi Morlini, che nei giorni scorsi ha lasciato Unicost, che ha presentato le dimissioni anche dal Csm. Il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, ha promosso l’azione disciplinare nei suoi confronti e nei confronti degli altri tre consiglieri togati del Csm, che si sono autosospesi, per la vicenda degli incontri con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, sulla nomina del nuovo procuratore di Roma. In questo quadro rischiano il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale lo stesso Palamara e Stefano Rocco Fava, pm romani indagati dalla procura di Perugia. La prima commissione del Csm potrebbe prendere una decisione già nei prossimi giorni, anche domani, secondo le agenzie di stampa. Al vaglio della Commissione presieduta dal laico di Forza Italia Alessio Lanzi c’è anche la posizione dell’ex consigliere del Csm Luigi Spina, che si è dimesso dopo il caos di queste settimane e che invece è indagato a Perugia per rivelazione di segreto e favoreggiamento.
Azione disciplinare per i 4 consiglieri – Rimane dunque in bilico il futuro dei togati di Magistratura Indipendente Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Paolo Criscuoli. I tre e Morlini si erano impegnati a decidere, entro la fine della settimana, se tornare al Csm, come vorrebbero e come gli chiede di fare la corrente di Magistratura Indipendente, o se dimettersi, come sollecita l’Anm. Morlini si era già dimessi dalla Sezione Disciplinare come aveva fatto Criscuoli. Domani è convocato un plenum straordinario del Csm per provvedere alla elezione di chi dovrà sostituirli. L’avvio dell’azione disciplinare non comporta automaticamente la sospensione dal Csm che in questi casi è facoltativa. Si tratta però di una nuova tegola che può rendere più difficile la resistenza dei consiglieri alle pressioni per dimettersi.
Morlini (Unicost): “Unico modo per tutelare Istituzione”
“Le dimissioni sono l’unico modo per tutelare l’Istituzione, anche se, in questo momento davvero terribile, ritengo umiliante essere accomunato a chi ha fatto anche solo alcune delle cose che si leggono – scrive nella lettera di dimissioni inviata al vicepresidente del Csm David Ermini – Siamo tutti consapevoli del terribile momento che sta vivendo l’Istituzione consiliare, e ciascuno di noi è quindi chiamato a fare quanto può per preservarla – aggiunge -. Ciò posto, ribadisco innanzitutto di essere del tutto estraneo alle diverse questioni delle quali si è parlato sui media (vicenda Siracusa, Amara e Calafiore, rapporti con Centofanti, esposto del dottor Fava, reati di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento personale, biglietti per partite della Lazio ed incontri con Lotito, incontri a casa della sorella di un exconsigliere). So però di avere compiuto un errore dovuto a leggerezza: casualmente ed in modo non programmato, in quanto invitato solo pochi minuti prima da un collega del quale mi fidavo, ho raggiunto ad un dopo cena alcuni magistrati consiglieri ed ex consiglieri del Csm; all’incontro è successivamente e per me inaspettatamente intervenuto l’onorevole Lotti (poi da me mai più visto né incontrato), senza che io lo sapessi o lo potessi prevedere; pur essendomi congedato prima che la serata terminasse, non mi sono immediatamente allontanato, nonostante tutti noi parlassimo di questioni consiliari. Per tale motivo, essendo stato proposto nei miei confronti un procedimento disciplinare, per senso di responsabilità istituzionale e per potere difendermi al meglio nelle sedi opportune, ritengo necessario presentare le mie dimissioni da Consigliere“.
Procura Roma, verso azzeramento iter – Nel frattempo, rischia di ricominciare da zero l’iter per la nomina del nuovo procuratore di Roma, dopo la bufera che ha investito il Csm sull’onda dell’inchiesta di Perugia. Cioè da una nuova deliberazione della Commissione per gli incarichi Direttivi, commissione che intanto è stata rinnovata nella sua composizione con la sostituzione di due dei consiglieri togati che avrebbero partecipato fuori dal Csm a incontri sul futuro assetto della procura capitolina con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara – ora indagato a Perugia – Cosimo Ferri e Luca Lotti. Ma ci vorrà tempo, prima che la pratica sia ripresa in mano. Sembra dunque destinata a languire la proposta approvata il 23 maggio scorso dalla vecchia Commissione a favore del Pg di Firenze Marcello Viola, che ha ottenuto 4 voti, contro un voto ciascuno ricevuto dal procuratori di Palermo e Firenze, Francesco Lo Voi e Giuseppe Creazzo. Proposta che per approdare in plenum avrebbe bisogno di motivazioni, che non sono state scritte. L’intenzione è far decantare il caso prima di riprendere in mano la pratica. Tanto più dopo che ieri la Commissione ha stabilito di procedere alle nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari a partire da quelle caselle scoperte da più tempo. E Roma non è ai primi posti in questa classifica.
“Amico di Amara ma trattò processo”. Csm rimuove pm – Intanto, sempre la sezione disciplinare del Csm ha rimosso dalla magistratura Maurizio Musco. Ex pm di Siracusa, poi trasferito a Sassari, Musco è accusato di aver violato “consapevolmente e reiteratamente” l’obbligo di astenersi dalla trattazione di un procedimento penale. Il procedimento riguardava familiari e clienti dell’avvocato Pietro Amara, al quale Musco – secondo l’accusa – era legato da un rapporto di amicizia e anche da relazioni economiche. A febbraio Amara ha patteggiato una condanna a 3 anni di carcere nell’ambito dell’inchiesta su sentenze “pilotate” al Consiglio di Stato: è l’uomo al centro dell’inchiesta su Palamara che si è poi estesa fino al Csm. Già nel 2012 il ministero della giustizia aveva mandato gli ispettori alla procura di Siracusa per indagare su Musco, che poi sarà condannato in via definitiva nel 2017 per abuso d’ufficio.