Il Senato ha dato il via libera al ddl Concretezza. I sì sono stati 135, i no 104 e 3 gli astenuti. Il provvedimento, che riguarda le azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo, è stato già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati, e collegato alla manovra di finanza pubblica. Ora diventa legge. “La Pubblica Amministrazione – dice la ministra della Pa Giulia Bongiorno – avrà nuovi e preziosi strumenti per garantire i migliori servizi per cittadini e imprese”. Bongiorno elenca poi le novità: dal cosiddetto ‘Nucleo per la concretezza‘ (team di professionisti che accompagnerà le varie amministrazioni “in percorsi di miglioramento delle prestazioni alla collettività”), ai controlli biometrici con cui, secondo la ministra, “diciamo finalmente addio ai ‘furbetti del cartellino‘”.
Il ministro spiega che “ci saranno poi assunzioni e reclutamento mirato per dare linfa a tutte le amministrazioni. Viene confermato il turnover al 100 per cento e vengono individuate le professionalità da reclutare in via prioritaria: esperti in digitalizzazione, in gestione dei fondi strutturali, in semplificazione amministrativa e in controllo di gestione. I concorsi pubblici saranno più veloci, riducendo gli adempimenti burocratici, utilizzando procedure semplificate per la presentazione delle domande con il fascicolo personale del candidato, informatizzando la gestione delle procedure e delle prove di esame che dovranno testare l’abilità, oltre che la preparazione, dei candidati. Le selezioni saranno trasparenti e imparziali”. Grazie alla legge concretezza, avremo dunque tanti nuovi ingressi che consentiranno il ricambio generazionale in settori specifici della Pa”.
Per Edoardo Patriarca, capogruppo del Pd in commissione Lavoro a Palazzo Madama, c’è “un paradigma di fondo pericoloso: l’idea che i dipendenti pubblici sono dei fannulloni, degli imbroglioni che vogliono raggirare lo Stato. Per cui ecco il ‘nucleo della concretezza’, una sorte di gruppo si supereroi, la videosorveglianza, il controllo biometrico dei dirigenti scolastici”.
Impronte digitali e verifica dell’iride contro i furbetti del cartellino
Il provvedimento introduce impronte digitali in funzione anti-furbetti e una riforma del reclutamento che mira a rendere più veloci le assunzioni nella pubblica amministrazione. Al posto del tradizionale cartellino, che i casi di cronaca hanno dimostrato non essere uno strumento affidabile per accertare gli ingressi al lavoro, il provvedimento prevede come nuove forme di accesso il riconoscimento delle impronte o la verifica dell’iride. Per ora viene stabilito solo il principio, rinviando la realizzazione vera e propria del meccanismo a un successivo decreto. Dalla novità sono escluse le forze dell’ordine, la magistratura, i prefetti ed anche gli insegnanti, ma non i presidi. Il punto ha scatenato lunghe polemiche in Parlamento, ma i dirigenti scolastici saranno comunque chiamati al controllo biometrico.
I concorsi saranno più facili e immediati grazie ai test a risposta multipla sia per le prove pre-selettive, sia per gli scritti. La correzione potrà essere automatizzata e potranno essere create sottocommissioni quando si oltrepassano i 250 candidati. Non ci sarà poi bisogno di un’autorizzazione preventiva ad assumere (nel limite dell’80% delle facoltà).
Per verificare la situazione degli uffici, un ‘nucleo concretezza’ di 53 unità vigilerà sul corretto funzionamento delle amministrazioni attraverso visite, sopralluoghi e proponendo misure correttive. Arrivano inoltre incentivi ai passaggi tra il settore privato e quello pubblico.