Mentre il procuratore della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, nell’atto di incolpazione con cui ha avviato l’azione disciplinare nei confronti di cinque consiglieri del Consiglio Superiore della Magistratura, sostiene che “un imputato (Luca Lotti, ndr) ha contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti”, l’attesa è per le parole di Nicola Zingaretti. Un silenzio, quello del Segretario del Partito Democratico, che Michele Gubitosa, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, ha definito “gravissimo e imbarazzante” e che verrà rotto solo nel tardo pomeriggio di giovedì. Ma con le stesse parole della settimana precedente: “Se emergeranno rilievi penali, mi atterrò sempre al principio garantista“, ha scritto in una nota. E Lotti lo ringrazia: “Ha ricordato che non ho commesso alcun reato”.
Per il momento, quindi, il segretario dei Dem ha deciso di non intraprendere alcuna azione disciplinare nei confronti del braccio destro di Matteo Renzi. Il rischio non dichiarato è quello di creare un’ulteriore frattura interna al Pd proprio quando la formazione sembrava essere uscita dalla bufera del post-Renzi. Ed è anche per questo che nei giorni scorsi Zingaretti si è ben guardato dal prendere una posizione decisa sulla vicenda, limitando le proprie dichiarazioni a un “per adesso non ci sono indagati”. Vero è che i suoi timori di dividere il partito sono confermati dalla reazione della compagine renziana quando il segretario Dem ha tentato di chiedere spiegazioni all’ex ministro per lo Sport: “Parte del Pd è geneticamente manettara”, hanno commentato i membri di ala renziana.
Per questo, giovedì Zingaretti si è limitato a diffondere una nota in cui si precisa che “di fronte all’indagine relativa al Csm, data la delicatezza del tema, ritengo che occorrano la massima franchezza e precisione di giudizio. Se emergeranno rilievi penali, mi atterrò sempre al principio garantista e di civiltà giuridica secondo il quale prevale la presunzione di innocenza fino alle sentenze definitive. L’oggetto delle indagini non sono le frequentazioni, ma il loro merito. Attendiamo per questo che si faccia piena luce. Agli esponenti politici del Pd protagonisti di quanto è emerso non viene contestato alcun reato. Per questo, ogni processo sommario celebrato sulla base di spezzoni di intercettazioni va respinto. Ma il Pd non ha mai dato mandato a nessuno di occuparsi degli assetti degli uffici giudiziari”.
A chi gli fa notare, però, che più che una questione di legalità si tratta di opportunità politiche, il segretario risponde che “dal punto di vista dell’opportunità politica, il partito che ho in mente non si occupa di nomine di magistrati. La politica valuta, interloquisce, si confronta, esprime opinioni ma non dà consigli, né si dedica ad organizzare maggioranze nell’organo di autogoverno della Magistratura”.
L’atteggiamento del segretario Pd ottiene in serata i ringraziamenti da parte proprio di Luca Lotti che, in una nota, ha fatto sapere: “Ringrazio Zingaretti per aver ricordato che non ho commesso alcun reato e che va respinta e condannata ogni forma di processo sommario. Detto questo, senza fare nessuna polemica con Nicola, sono un po’ sorpreso che lo stesso segretario abbia sentito poi la necessità di dire che il ‘suo’ Pd non si occupa di nomine di magistrati. Perché anche io faccio parte del ‘suo’ Pd e, come ho personalmente detto a lui e spiegato oggi in una nota, non ho il potere di fare nomine che, come noto, spettano al Csm”.
Forza Italia e FdI: “Sciogliere Csm”. M5s: “Silenzio gravissimo e imbarazzante”
Le posizioni garantiste di Zingaretti e le mancate risposte da parte di tutti i vertici Dem hanno scatenato le reazioni degli altri partiti. Il Movimento 5 Stelle, per bocca del portavoce alla Camera Gubitosa, sostiene che l’atteggiamento del partito dimostrerebbe che Zingaretti è un “segretario fantasma”: “Emergono inquietanti intercettazioni sulla bufera che sta coinvolgendo Csm e Pd – ha detto – Negli atti si parla di ‘interferenze illecite’ di Luca Lotti in ‘un centro di potere’ esterno al Csm che decideva sulle nomine. In particolare tra le manovre ‘palesi quanto illecite da parte di soggetto rivestente la qualità di imputato’, scrive il Gico, quella per la Procura di Roma dove, dice Lotti, ‘si vira su Marcello Viola‘. Lotti avrebbe quindi provato a condizionare le nomine dei Procuratori e, in particolare, del Procuratore di Roma che sosterrà l’accusa nei suoi confronti nel caso Consip. E Zingaretti che fa? Lo tiene ancora dentro al Partito? Il Pd c’è dentro fino al collo ma nessuna parola da parte di un segretario fantasma che non ci vuole né vedere né sentire. Questo silenzio è gravissimo e imbarazzante”.
Da destra Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono in coro l’azzeramento del Csm. Ipotesi scartata dal Colle che motiva la scelta affermando che uno scioglimento immediato comporterebbe la rielezione dei suoi membri con i criteri attuali, mentre diverse forze politiche auspicano un cambiamento e chiedono una riforma delle norme di elezione.I due partiti hanno anche chiesto subito l’avvio di una commissione parlamentare d’inchiesta.
“Liberare la magistratura dallo strapotere delle correnti per restituire agli italiani la certezza dell’imparzialità della magistratura”, dice Alberto Balboni, capogruppo in commissione Giustizia che parla “del più grande scandalo che coinvolge la magistratura dal dopoguerra a oggi” e puntando l’indice sullo “strapotere delle correnti del Csm su nomine, promozioni e trasferimenti”. A rivendicare che “FdI è l’unico movimento politico che ha preso una posizione netta e chiara” è Daniela Santanché che dichiara di “volere procure pulite”.
Silvio Berlusconi, annunciando che chiederà udienza al Capo dello Stato, dice: di fronte a “un’immagine fortemente negativa del Csm che ha delle funzioni delicatissime” e invece “sta facendo emergere la politicizzazione e il correntismo dell’ordine giudiziario, si impone finalmente una profonda riforma dell’ordinamento giudiziario. A questo proposito, da domani sono autorizzato a chiedere un’udienza al capo dello Stato per manifestare tutto ciò che noi pensiamo in ordine a una profonda riforma della giustizia che credo sia assolutamente importante”.