Da 47 anni nessuno aveva più notizie di lei. Aveva tagliato tutti i contatti con l’esterno ed era seppellita viva dentro quella casa insieme alla madre e alla sorella. L’hanno trovata senza vita dopo un malore, deperita. Pesava trenta chili. Quella avvenuta a Serravalle di Carda, frazione del comune di Apecchio in provincia di Pesaro e Urbino è una storia di isolamento sociale, aggravato da problemi psichici. Una storia che ha un nome e un cognome. Lei è Luciana Simoncelli, 59 anni, che da quando ne aveva 12 ha deciso di interrompere la vita al di fuori delle mura di casa. È morta sabato: si è sentita male alla sera, racconta il Corriere della Sera, e la madre ha deciso di chiamare la guardia medica. Ma i soccorsi sono arrivati troppo tardi, lei era già morta. Una donna fantasma, che trascorreva le sue giornate in casa. Nessuno all’esterno di quelle mura sa come passasse il tempo. Cosa facesse. Quali fossero i suoi rapporti con le due donne che abitavano con lei. Il suo volto era scomparso dalla memoria del paese, nessuno sapeva più della sua esistenza.
Il medico del paese Massimo Valentini, chiamato il 10 giugno a riconoscere la vittima in obitorio, aggiunge mistero ad una vicenda già oscura: in 30 anni, ha affermato, era la prima volta che vedeva la 59enne e, in questo lungo periodo, non avrebbe avuto la possibilità di visitarla per l’opposizione della madre. Secondo quanto hanno riferito al giornale alcuni residenti, il medico “aveva tentato di instaurare un rapporto con lei ma non ci era mai riuscito”. Gli ultimi ricordi che in paese qualche abitante ha della donna risalgono a quando non era neanche adolescente ed era una normalissima bimba di 12 anni. Poi più nulla. Il medico ha riferito che la donna era in uno stato di acuto denutrimento ed era arrivata a pesare 30 chili. Per questo era stata chiesta l’autopsia. I carabinieri di Apecchio sono andati nella casa per raccogliere elementi, appurare cosa sia accaduto e inviare una prima relazione alla Procura della Repubblica.
Il sindaco Vittorio Alberto Nicolucci, sempre parlando al quotidiano, chiarisce che la storia di Luciana Simoncelli gli era stata segnalata “dai servizi sociali e, pur non essendo riuscito a conoscere personalmente questa donna, so che ci sono sempre state difficoltà ad avviare un intervento o instaurare un dialogo che la aiutasse a uscire dall’isolamento. Una sensazione di sconfitta che brucia ancora di più in una comunità piccola come la nostra”. Una storia drammatica che ricorda anche quanto avvenuto a Vienna alcuni mesi fa, dove una donna e le sue due figlie gemelle 18 enni sono state trovate in casa, morte di fame. Dall’autunno 2017, con la fine dell’obbligo scolastico, non frequentavano più la scuola. Anche in questo caso, i contatti con l’esterno si erano interrrotti e i servizi sociali austriaci avevano provato a entrare in contatto con le tre donne, che però non avevano mai chiesto aiuto. Tutte storie innestate in un contesto di disagio profondo, aggravato da un pesante quadro psichico.
(immagine tratta da YouTube)