In Germania spetta un assegno crescente con il numero di figli a prescindere dal reddito, erogato in alcuni casi fino ai 25 anni. Nel Regno Unito c'è la “maternità condivisa”, cioè la possibilità di usufruire di 50 settimane di congedo parentale, di cui 37 pagate, suddividendole tra madre e padre. In Danimarca ogni mamma può stare a casa un anno. La Spagna è fanalino di coda con l'Italia
Bonus bebè, assegni per gli asili nido e sconti fiscali per chi ha figli o familiari a carico. Sono diversi gli aiuti alle famiglie già previsti dalla legislazione italiana. Una serie di sussidi che il vicepremier Luigi Di Maio punta ancora a semplificare e implementare con le risorse risparmiate rispetto a quelle previste per il reddito di cittadinanza, nonostante da più parti si chieda di non spendere quei soldi per ridurre il deficit. I modelli a cui ispirarsi in Europa sono molti. Da quello francese, che prevede fino a 2.200 euro l’anno per chi ha bimbi piccoli, a quello tedesco, che con il Kindergeld riconosce un sostegno economico per tutti i figli. Le deduzioni fiscali, come ricorda un rapporto di Yoopies, piattaforma per l’accesso ai servizi di assistenza all’infanzia, sono l’unico strumento comune a tutti gli Stati membri, anche se con notevoli variazioni da Paese a Paese. I paesi nordici, Danimarca in primis, sono in pole position per quanto riguarda l’accesso ai sussidi e alle sovvenzioni per le famiglie. Berlino e Londra, invece, dopo anni di arretratezza, stanno ora recuperando. Fanalino di coda i paesi del Mediterraneo, Spagna e Italia, con politiche meno generose o meno accessibili. Ma vediamo nel dettaglio cosa succede in ogni paese.