La politica prova ad accelerare e al tempo stesso prende tempo. In ballo c’è una partita importante: il futuro di Alitalia e dei suoi 11mila dipendenti. “Situazione che va affrontata e risolta nell’immediato” ha detto il vicepremier Matteo Salvini, con una presa di posizione che sembra un tentativo di pressing nei confronti del ministero dello Sviluppo economico retto da Luigi Di Maio: il segretario della Lega vuole stringere i tempi, ma nel frattempo boccia sonoramente la soluzione Lotito, definendolo un “mondo lontano”. Il messaggio è indirettamente rivolto al collega vicepremier, che gestisce il dossier. Il M5s, del resto, non ha ancora sciolto il veto su Atlantia, benvista invece dalla Lega e considerata la scelta più credibile. La procedura per salvare l’ex compagnia di bandiera intanto ha ottenuto come atteso una nuova proroga (di un mese, fino al 15 luglio). Resta tuttavia il nodo politico, che rischia di innescare un braccio di ferro nel governo e si profila anche il rischio che il prender tempo faccia spazientire il partner americano Delta.
Alla vigilia della scadenza per l’offerta vincolante di Fs, il Mise ha autorizzato i commissari straordinari a comunicare a Fs la proroga del termine fino al 15 luglio, “ciò al fine di permettere il consolidamento del consorzio acquirente con i soggetti che sinora hanno manifestato il proprio interesse in relazione al dossier”, precisa una nota del Mise che forse volutamente usa un vago ‘interesse’ (l’unica offerta formalizzata è quella di Lotito, mentre il Gruppo Toto avrebbe espresso interesse via lettera, e Atlantia non ha fatto alcun passo ufficiale). Intanto torna a farsi sentire su Alitalia il ministro dell’Interno: “Occorre affrontare la situazione senza pregiudizi” ha detto Salvini, riferendosi anche al caso Ilva, e “scegliere la soluzione migliore”. Soluzione che però nel caso di Alitalia non potrà essere Lotito: il patron della Lazio a detta del segretario del Carroccio “per il momento si occupa di far giocare dei ragazzi a pallone con alterne vicende e alterne fortune. Li vedo due mondi abbastanza lontani, onestamente”. Salvini, del resto, continua a tifare Atlantia. Dopo averla definita nei giorni scorsi “partner naturale”, ora non la nomina, ma il riferimento è chiaro: “Se ci sono partner che si occupano di infrastrutture e di trasporti io da utente sono più tranquillo“.
Su Lotito non commenta ufficialmente l’americana Delta, che però è scettica anche su Toto. Entrambi, secondo indiscrezioni, hanno già avuto dei contatti con Fs, che da novembre sta gestendo la trattativa per definire il consorzio acquirente (a bordo, accanto al 30-35% di Fs ci sono Delta e il Mef ciascuno con il 15%). Delta vedrebbe invece di buon occhio Atlantia, che, da parte sua, resta alla finestra, ribadendo la propria posizione (attenta al futuro della compagnia ma al momento ha troppi fronti aperti) e attendendo una mossa del Governo. La situazione della compagnia non preoccupa il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: “Spero solo che si faccia un’operazione strategica dal punto di vista industriale e nell’interesse di tutti”. Ma per il futuro di Alitalia bisogna anche “vedere alla fine cosa realisticamente è possibile, e soprattutto con quali investimenti, con quali prospettive per le imprese, con quali garanzie per i lavoratori”, fa notare la leader della Cisl Annamaria Furlan. La palla è ora nelle mani del M5s, che non ha ancora seppellito l’ascia di guerra alzata contro i Benetton dopo il crollo del ponte Morandi. Una normalizzazione dei rapporti, però, dovrà passare anche attraverso la soluzione di alcune questioni sul tavolo: revoca della concessione, investimenti da sbloccare e tariffe.