Mondiali 2014, Olimpiadi 2016, Coppa America 2019: il Brasile è sempre più la terra dello sport e, in particolare, del calcio. Nella notte italiana tra venerdì 14 e sabato 15 giugno (alle 2.30) il paese verdeoro ospiterà la quinta Coppa America della sua storia, nonché il terzo grande evento sportivo degli ultimi cinque anni. Apertura con i padroni di casa che affronteranno la Bolivia al Morumbi di San Paolo, impianto che negli anni ’80 accolse Freddy Mercury e i suoi Queen per un concerto leggendario: si dice che abbiano presenziato più di 130mila persone. E tra i 276 giocatori che prenderanno parte al torneo ci sono anche quelli di Giappone e Qatar. Per i primi si tratta di un ritorno (l’esordio avvenne nel 1999), per i secondi – che ospiteranno il Mondiale del 2022 – di un debutto assoluto. Alla Conmebol (la Uefa del Sud America) fanno capo soltanto dieci federazioni ed è proprio per questo motivo che a turno vengono invitate due nazionali esterne per rendere la manifestazione più accattivante. L’organizzazione ha già fatto sapere di aver venduto più di 500mila biglietti, ma l’obiettivo è quello di arrivare a piazzarne un milione: il ticket più costoso, ovviamente destinato alla finale del Maracanà (alle 22 del 7 luglio), costerà intorno ai 200 euro, ma la maggior parte dei tagliandi avrà prezzi più popolari e partirà dai 15 euro per la fase a gironi.
Per quanto riguarda l’aspetto economico della competizione e anche se le cifre ufficiali saranno rese pubbliche una volta terminato il torneo, alcune stime relative all’edizione del 2015 in Cile dicono che la spesa per organizzare la Coppa America è di circa 100 milioni di dollari. Il Brasile, questa volta, è aiutato da impianti ristrutturati da poco e tutte le uscite relative al trasferimento e agli alloggi delle nazionali sono responsabilità della Conmebol. Nel bilancio del 2018, facilmente fruibile online, l’organizzazione del calcio sudamericano ha stanziato un budget di 470 milioni di dollari soltanto per “organizzare i tornei nel 2019”: oltre alla Coppa America, per intenderci, anche la Libertadores o la Sudamericana. 42,5 milioni saranno “offerti” a tutte le federazioni nazionali per la loro partecipazione e 4 milioni a testa saranno dei 10 paesi partecipanti. Giappone e Qatar avranno soltanto 1,25 milioni ciascuno. Per quanto riguarda i premi finali, alla nazionale vincitrice spetteranno 7,5 milioni (5 alla seconda, 4 alla terza, 3 alla quarta). L’obiettivo della Conmebol è quello di ottenere un ricavo da 500 milioni di dollari tra biglietti, merchandising e diritti televisivi.
Un appeal che inevitabilmente soffrirà l’assenza di Neymar. Il fuoriclasse brasiliano è stato escluso dalla lista dei convocati a causa dell’infortunio patito nell’amichevole contro il Qatar, ma la sua partecipazione era già a rischio a causa delle accuse di stupro da parte della modella Najila Trinidade. Ovviamente ci sarà Messi, chiamato per l’ennesima volta a dimostrare di poter fare la differenza con la maglia dell’Argentina. L’Albiceleste, inserita nel Gruppo B insieme a Colombia, Paraguay e Qatar, avrà l’onere di riscattare le finali perse nelle ultime due edizioni andando a caccia di un titolo che manca ormai dal 1993: da Di Maria a Dybala, da Lautaro alla sorpresa De Paul, i presupposti per andare fino in fondo ci sono tutti. Chi appare più indebolito è il Cile campione in carica, mentre chi avrà l’obbligo della finale è il Brasile padrone di casa. Pericoloso outsider, come sempre, l’Uruguay di Cavani e Suarez.