Un altro consigliere del Csm che incontrò i deputati del Pd ha dato le dimissioni. Si tratta di Corrado Cartoni, che prima di entrare nell’organismo di autogoverno della magistratura era giudice a Roma, e che a ilfattoquotidiano.it aveva definito come “casuale” l’incontro con l’ex ministro Luca Lotti e l’ex leader di Magistratura Indipendente (la sua stessa corrente) Cosimo Maria Ferri. Prima di un’assemblea di MI, Cartoni aveva detto che quella di Lotti era stata “sostanzialmente” un’imboscata. “Ho rassegnato stamattina le dimissioni da Consigliere del Csm non per ammissione di responsabilità, ma per senso delle istituzioni Non mi è stato consentito di difendermi, e lo farò nel procedimento disciplinare. Preciso che non ho mai parlato di nomine, come erroneamente oggi mi attribuisce un quotidiano”, scrive il magistrato nella lettera in cui annuncia le dimissioni.
“Dormivo sul divano” – Oggi invece al Corriere della Sera Cartoni si è difeso così: “Io non ho parlato di nomine. Dormivo. Eravamo stati a cena con Cosimo Ferri e altri colleghi. Poi lui aveva detto perché non venite in albergo da me che dopo viene anche un altro consigliere del Csm. Ma nessuno di noi sapeva che sarebbe arrivato Lotti. Ci siamo accomodati su un divano e, vabbè, mi ero addormentato. Infatti Ferri lo dice: si è svegliato Corrado“. Vedere Lotti, ha aggiunto Cartoni, “mi è sembrato improprio, ma strano no perché quando abbiamo dovuto votare il vicepresidente, Benedetti perse per due voti, noi portammo Ermini che vinse per 13 a 11. Le trattative furono impegnative. E che Lotti fosse tra i protagonisti non glielo posso smentire”, dice l’ormai ex consigliere. Per poi smentire le parole che gli ha accreditato il quotidiano di via Solferino: “Non ho mai parlato di nomine”, le dimissioni sono state date per “senso delle istituzioni”. Il trojan installato sul cellulare di Palamara, però, ha registrato lo stesso Cartoni mentre si lamentava con Lotti e Palamara di avere “problemi” con il vicepresidente Ermini: “Ci ho litigato”. E l’ex ministro del Pd commentava: “Però qualche messaggio gli va dato forte. Questo non va bene però”. Oggi Cartoni spiega che quei problemi erano legati al fatto che Ermini, “a volte ha un atteggiamento più politico che giuridico”, afferma. Sulla possibilità che il caso non sia finito qui, “Palamara parlava con il mondo. Può uscire di tutto“.
Niente scioglimento – Cartoni è il quarto consigliere – tra i cinque che hanno incontrato Lotti per parlare di nomine – che si è dimesso. Prima lo avevano fatto Antonio Lepre, Luigi Spina e Gianluigi Morlini. In sella rimane solo Paolo Criscuoli. Il capo dello Stato Sergio Mattarella in qualità di presidente del Csm ha già indetto l’elezione suppletiva per due membri dimessi che occupavano i posti riservati ai pm (si erano candidati in quattro per quattro posti alle ultime elezioni. Al posto degli altri, invece, subentrerranno i primi dei non eletti: vuol dire che non ci sarà nessuno scioglimento.
I consiglieri di Davigo diventano quattro – Nel dettaglio al posto di Cartoni subentra n altro giudice di Autonomia e Indipendenza, la corrente che ha tra i fondatori Piercamillo Davigo: si tratta di Ilaria Pepe, seconda dei non eletti alle votazioni dell’anno scorso per il rinnovo del Csm. Anche al posto di Morlini subentrerà un magistrato di Autonomia indipendenza, Giuseppe Marra, di cui proprio ieri il Csm ha decretato il ritorno nel ruolo della magistratura (era distaccato al Ministero della Giustizia). In questo modo la corrente raddoppierà la sua rappresentanza al Csm. Attualmente oltre allo stesso Davigo c’è solo un altro consigliere di Autonomia e Indipendenza, Sebastiano Ardita.
Il procedimento disciplinare – Le dimissioni di Cartoni arrivano dopo che ieri il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato la richiesta di procedura disciplinare promossa dal pg della Cassazione, Riccardo Fuzio. Nell’atto d’incolpazione Fuzio ripercorre la riunione del 9 maggio scorso. “Si è determinato l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti“, scrive Fuzio. L’imputato al quale si riferisce è chiaramente Lotti, per il quale la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta Consip. In quella riunione tra consiglieri togati e l’ex sottosegretario di Matteo Renzi, continua Fuzio, c’era nessuna “casualità”. Anzi: appare di “cristallina evidenza” “la preventiva e sicura consapevolezza” da parte di “tutti i consiglieri presenti, della presenza di Luca Lotti, oltre che del dottor Palamara e del dott. Ferri che ne erano i promotori”. Ciascuno dei componenti – continua il procuratore generale – “sapeva esattamente e preventivamente chi sarebbe intervenuto e di cosa si sarebbe discusso”. E in tale riunione “furono stabiliti accordi e deliberati in dettaglio strategie, modalità e tempi della pratica inerente la nomina del futuro procuratore della Repubblica di Roma”. Per Fuzio il comportamento dei consiglieri “appare certamente idoneo a influenzare in maniera occultal’attività funzionale dell’Organo di autogoverno, in ragione del dirimente rilievo che, alla programmata riunione in questione, sono stati non solo invitati soggetti completamente estranei all’attività consiliare ma, di più – rileva il pg – ne è stato accettato e recepito il contributo consultivo, organizzativo e decisorio anche in relazione a una pratica (nomina del procuratore della Repubblica di Roma), di diretto e diverso interesse personale per almeno due di essi”. L’ultimo a definire come “assolutamente occasionali, non programmati” quei discorsi con Lotti è stato Lepre, nella lettera con cui si è dimesso dal Csm poche ore fa. Ieri era stato Morlini a definire “inaspettato” l’intervento di Lotti all’incontro con gli altri magistrati, al quale lui era andato “casualmente ed in modo non programmato”.
Giustizia & Impunità
Csm, si dimette anche il consigliere Cartoni: è il quarto. È tra i togati che videro Lotti: “Ma io dormivo sul divano”
Prima si erano dimessi Antonio Lepre, Luigi Spina e Gianluigi Morlini. In sella rimane solo Paolo Criscuoli. Il capo dello Stato Sergio Mattarella, in qualità di presidente del Csm, ha già indetto l’elezione suppletiva per due membri dimessi che occupavano i posti riservati ai pm (si erano candidati in quattro per quattro posti alle ultime elezioni. Al posto degli altri, invece, subentrerranno i primi dei non eletti: vuol dire che non ci sarà nessuno scioglimento. La corrente di Davigo ora avrà 4 rappresentanti
Un altro consigliere del Csm che incontrò i deputati del Pd ha dato le dimissioni. Si tratta di Corrado Cartoni, che prima di entrare nell’organismo di autogoverno della magistratura era giudice a Roma, e che a ilfattoquotidiano.it aveva definito come “casuale” l’incontro con l’ex ministro Luca Lotti e l’ex leader di Magistratura Indipendente (la sua stessa corrente) Cosimo Maria Ferri. Prima di un’assemblea di MI, Cartoni aveva detto che quella di Lotti era stata “sostanzialmente” un’imboscata. “Ho rassegnato stamattina le dimissioni da Consigliere del Csm non per ammissione di responsabilità, ma per senso delle istituzioni Non mi è stato consentito di difendermi, e lo farò nel procedimento disciplinare. Preciso che non ho mai parlato di nomine, come erroneamente oggi mi attribuisce un quotidiano”, scrive il magistrato nella lettera in cui annuncia le dimissioni.
“Dormivo sul divano” – Oggi invece al Corriere della Sera Cartoni si è difeso così: “Io non ho parlato di nomine. Dormivo. Eravamo stati a cena con Cosimo Ferri e altri colleghi. Poi lui aveva detto perché non venite in albergo da me che dopo viene anche un altro consigliere del Csm. Ma nessuno di noi sapeva che sarebbe arrivato Lotti. Ci siamo accomodati su un divano e, vabbè, mi ero addormentato. Infatti Ferri lo dice: si è svegliato Corrado“. Vedere Lotti, ha aggiunto Cartoni, “mi è sembrato improprio, ma strano no perché quando abbiamo dovuto votare il vicepresidente, Benedetti perse per due voti, noi portammo Ermini che vinse per 13 a 11. Le trattative furono impegnative. E che Lotti fosse tra i protagonisti non glielo posso smentire”, dice l’ormai ex consigliere. Per poi smentire le parole che gli ha accreditato il quotidiano di via Solferino: “Non ho mai parlato di nomine”, le dimissioni sono state date per “senso delle istituzioni”. Il trojan installato sul cellulare di Palamara, però, ha registrato lo stesso Cartoni mentre si lamentava con Lotti e Palamara di avere “problemi” con il vicepresidente Ermini: “Ci ho litigato”. E l’ex ministro del Pd commentava: “Però qualche messaggio gli va dato forte. Questo non va bene però”. Oggi Cartoni spiega che quei problemi erano legati al fatto che Ermini, “a volte ha un atteggiamento più politico che giuridico”, afferma. Sulla possibilità che il caso non sia finito qui, “Palamara parlava con il mondo. Può uscire di tutto“.
Niente scioglimento – Cartoni è il quarto consigliere – tra i cinque che hanno incontrato Lotti per parlare di nomine – che si è dimesso. Prima lo avevano fatto Antonio Lepre, Luigi Spina e Gianluigi Morlini. In sella rimane solo Paolo Criscuoli. Il capo dello Stato Sergio Mattarella in qualità di presidente del Csm ha già indetto l’elezione suppletiva per due membri dimessi che occupavano i posti riservati ai pm (si erano candidati in quattro per quattro posti alle ultime elezioni. Al posto degli altri, invece, subentrerranno i primi dei non eletti: vuol dire che non ci sarà nessuno scioglimento.
I consiglieri di Davigo diventano quattro – Nel dettaglio al posto di Cartoni subentra n altro giudice di Autonomia e Indipendenza, la corrente che ha tra i fondatori Piercamillo Davigo: si tratta di Ilaria Pepe, seconda dei non eletti alle votazioni dell’anno scorso per il rinnovo del Csm. Anche al posto di Morlini subentrerà un magistrato di Autonomia indipendenza, Giuseppe Marra, di cui proprio ieri il Csm ha decretato il ritorno nel ruolo della magistratura (era distaccato al Ministero della Giustizia). In questo modo la corrente raddoppierà la sua rappresentanza al Csm. Attualmente oltre allo stesso Davigo c’è solo un altro consigliere di Autonomia e Indipendenza, Sebastiano Ardita.
Il procedimento disciplinare – Le dimissioni di Cartoni arrivano dopo che ieri il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato la richiesta di procedura disciplinare promossa dal pg della Cassazione, Riccardo Fuzio. Nell’atto d’incolpazione Fuzio ripercorre la riunione del 9 maggio scorso. “Si è determinato l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti“, scrive Fuzio. L’imputato al quale si riferisce è chiaramente Lotti, per il quale la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta Consip. In quella riunione tra consiglieri togati e l’ex sottosegretario di Matteo Renzi, continua Fuzio, c’era nessuna “casualità”. Anzi: appare di “cristallina evidenza” “la preventiva e sicura consapevolezza” da parte di “tutti i consiglieri presenti, della presenza di Luca Lotti, oltre che del dottor Palamara e del dott. Ferri che ne erano i promotori”. Ciascuno dei componenti – continua il procuratore generale – “sapeva esattamente e preventivamente chi sarebbe intervenuto e di cosa si sarebbe discusso”. E in tale riunione “furono stabiliti accordi e deliberati in dettaglio strategie, modalità e tempi della pratica inerente la nomina del futuro procuratore della Repubblica di Roma”. Per Fuzio il comportamento dei consiglieri “appare certamente idoneo a influenzare in maniera occultal’attività funzionale dell’Organo di autogoverno, in ragione del dirimente rilievo che, alla programmata riunione in questione, sono stati non solo invitati soggetti completamente estranei all’attività consiliare ma, di più – rileva il pg – ne è stato accettato e recepito il contributo consultivo, organizzativo e decisorio anche in relazione a una pratica (nomina del procuratore della Repubblica di Roma), di diretto e diverso interesse personale per almeno due di essi”. L’ultimo a definire come “assolutamente occasionali, non programmati” quei discorsi con Lotti è stato Lepre, nella lettera con cui si è dimesso dal Csm poche ore fa. Ieri era stato Morlini a definire “inaspettato” l’intervento di Lotti all’incontro con gli altri magistrati, al quale lui era andato “casualmente ed in modo non programmato”.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.