“Ci sono voluti 10 anni. Finalmente oggi, per la prima volta, sento un perito affermare che se
Stefano Cucchi non fosse stato vittima di quel pestaggio che gli ha causato quelle lesioni
non sarebbe mai finito in ospedale e quindi non sarebbe mai morto“. A rivendicarlo la sorella,
Ilaria Cucchi, dopo l’udienza del processo Cucchi bis nell’Aula bunker di Rebibbia, a Roma, nel corso della quale si è svolto l’esame dei periti. “Ora
nessuno potrà dire che Cucchi è morto per colpa propria“, ha aggiunto l’avvocato
Fabio Anselmo, legale della famiglia. A replicare è stata Antonella De Benedictis, legale di
Alessio Di Bernardo, uno dei tre carabinieri imputato con l’accusa di omicidio preterintenzionale, per la morte del giovane geometra romano. “Il problema è il rigonfiamento della vescica causata dal catetere non funzionante. Se in ospedale il catetere avesse fatto il suo dovere la vescica si sarebbe svuotata”, è stata la difesa