Cinema

Leone d’Oro alla carriera per Pedro Almodovar

“Sono molto emozionato e onorato per il regalo di questo Leone d’oro. Ho bellissimi ricordi della Mostra di Venezia. Il mio debutto internazionale ha avuto luogo lì nel 1983 con L’indiscreto fascino del peccato. Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna", ha commentato il regista

di Davide Turrini

Un Leone d’Oro, alla carriera, per Pedro Almodovar. Il Festival di Venezia non è mai stato molto almodovariano. Giusto un’Osella alla sceneggiatura nel 1988 per Donne sull’orlo di una crisi di nervi. E il 69enne autore di Tutto su mia madre, a sua volta, non è mai stato un habitué del Lido. Il Leone che riceverà quest’anno tra il 29 agosto e l’8 settembre 2019  tampona la ferita durata parecchio (Almodovar porta i suoi film a Cannes con religiosa e certosina puntualità).

Lo stesso Almodóvar nell’accettare la proposta ha dichiarato: “Sono molto emozionato e onorato per il regalo di questo Leone d’oro. Ho bellissimi ricordi della Mostra di Venezia. Il mio debutto internazionale ha avuto luogo lì nel 1983 con L’indiscreto fascino del peccato. Era la prima volta che uno dei miei film viaggiava fuori dalla Spagna. E’ stato il mio battesimo internazionale ed è stata una meravigliosa esperienza, come lo è stata il mio ritorno con Donne sull’orlo di una crisi di nervi nel 1988. Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio”.

“Almodóvar non è solo il più grande e influente regista spagnolo dopo Buñuel, ma l’autore che è stato capace di offrire della Spagna post-franchista il ritratto più articolato, controverso e provocatorio – ha commentato il direttore del festival, Alberto Barbera“I temi della trasgressione, del desiderio e dell’identità sono il terreno d’elezione dei suoi lavori, intrisi di corrosivo umorismo e ammantati di uno splendore visivo che conferisce inediti bagliori all’estetica camp e della pop-art a cui si rifà esplicitamente. Il mal d’amore, lo struggimento dell’abbandono, l’incoerenza del desiderio e le lacerazioni della depressione – ha concluso Barbera – confluiscono in film a cavallo fra il melodramma e la sua parodia, attingendo a vertici di autenticità emotiva che ne riscattano gli eventuali eccessi formali”. Dolor y gloria, l’ultimo film di Almodovar ha vinto la Palma d’Oro per il miglior attore, Antonio Banderas, e ha ottenuto un buon successo al botteghino italiano.

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